“Tra M5S e Left c’è grande compattezza sui programmi economici e sul lavoro”

Salvatore cannavo’

Pasquale Tridico, economista, ex presidente Inps, oggi parlamentare europeo, è il capo-delegazione del M5S a Bruxelles che, con una svolta rilevante, ha deciso di far parte del gruppo della sinistra, Left. Tridico giudica questo passaggio “un risultato storico, perché avviene con un programma condiviso, con un nostro contributo importante, e con un avvio molto positivo, nel segno di un dialogo proficuo” come dimostra il rapporto con la France Insoumise di Jean-Luc Melenchon. “I punti su cui convergiamo esaltano il nostro ruolo e c’è un grande rispetto per le nostre posizioni e per cercare di spostare gli orientamenti in Europa”. Del resto Left è un gruppo che cresce rispetto al 2019, con un contrappeso allo spostamento a destra e “grazie al nostro ingresso crescerà anche il peso nei lavori parlamentari visto che le presidenze di Commissione passeranno da una a due”.
Left ha appena avuto un incontro delicato e importante con Ursula von der Leyen, alla ricerca di appoggi per la sua elezione a presidente della Commissione europea. Come è andato l’incontro?
È stato positivo che la presidente designata abbia parlato anche con Left ed è positivo a nostro avviso che abbia precisato, a una nostra specifica richiesta, che non chiederà la fiducia strutturale al gruppo Ecr (i Conservatori e Riformisti di cui fa parte Fratelli d’Italia, ndr). Poi, certo, quel gruppo voterà nelle forme che vorrà, ma lei non chiederà un esplicito sostegno.
D’accordo, ma qual è stato il rapporto con il vostro gruppo e come vi posizionerete?
Il nostro orientamento è stato chiaro: sia Left che il M5S hanno ribadito la delusione per il suo programma e soprattutto per l’ultimo tratto della sua prima presidenza. Von der Leyen ci ha deluso sulla transizione verde, ad esempio, oggi di fatto sostituita dalla transizione militare. Lei infatti ha ampiamente sottolineato questo punto parlando di un commissario specifico alla Difesa. Servirebbe invece un Commissario alla Pace. Ma ha deluso anche sulla gestione della crisi in Medioriente, la non condanna delle stragi, come l’ultima dei giorni scorsi. E ha deluso per un’agenda economica che è segnata dal Patto di Stabilità, rivisto nel senso di riportare l’austerità in Europa.
Nella prima presidenza von der Leyen il M5S aveva votato a favore risultando addirittura decisivo: oggi il dietrofront?
Nella scorsa legislatura abbiamo votato a favore su tre presupposti: un piano ecologico, un piano sociale e un programma di debito comune europeo. Questi programmi sono di fatto sostituiti oggi dalla proposta di un Commissario alla Difesa, dal Patto di austerità e dall’ipotesi di scorporare dai deficit nazionali solo le spese militari in aumento. C’è un ritorno indietro all’Europa di prima del Covid, quando si sono fatti passi avanti nel senso delle politiche sociali e soprattutto del debito comune.
C’è un punto italiano su questa vicenda: le attuali opposizioni voteranno probabilmente tutte in modo differente.
Si, esatto. Il Pd non ha fatto ancora dichiarazioni esplicite, ma sembra certo che voterà a favore. Nei Verdi ci sono forti malumori, e non si capisce bene quale voto emergerà. M5S e Sinistra italiana voteranno contro. Va detto che anche la maggioranza è divisa, probabilmente tra tre posizioni: favorevole, contraria e astenuta.
Non è questa una ricaduta importante sul rapporto tra i vari partiti di opposizione? Come si stila un progetto comune se si vota in modo diverso sulla presidenza della Commissione?
Il problema c’è, vedremo quali saranno le ricadute reali del voto. Oggi registriamo comunque una difficoltà complessiva, vedremo quali saranno alla fine i voti effettivi.
Quali sono gli obiettivi immediati che avete in Europa con Left?
Sicuramente un’economia fondata sul lavoro, a partire dai salari più alti. L’obiettivo su cui punteremo noi come M5S è il Reddito di cittadinanza europeo. Ma un altro obiettivo è la tassazione unica sul capitale per evitare la concorrenza inaccettabile che si fanno i vari Stati nazionali. Economia e lavoro, due programmi che vedono una grande compattezza tra Left e M5S.