Toti e gli spot per le elezioni I sospetti della Procura «Altri soldi da Esselunga»

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Marco Fagandini
Tommaso Fregatti / genova
Il sospetto di Procura e Guardia di finanza è piuttosto circoscritto. E, per ora, evidenziano negli uffici dell’autorità giudiziaria, pure supportato da documenti investigativi al vaglio. Secondo gli inquirenti è stata Esselunga, colosso lombardo dei supermercati, a pagare gli spot elettorali proiettati sul maxi schermo di Terrazza Colombo e l’emittente tv Primocanale a favore del partito di Giovanni Toti, anche per le politiche del settembre del 2022. Ora i pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti sono alla ricerca dei fondi che sarebbero stati utilizzati per finanziare questi passaggi pubblicitari non registrati. Soldi che, ipotizzano gli inquirenti, devono essere necessariamente altri rispetto a quello che ritengono essere stato l’accordo corruttivo stipulato nell’ufficio del presidente della Regione Liguria Toti nel marzo scorso, tra quest’ultimo, il suo ex capo di gabinetto Matteo Cozzani, il membro del consiglio d’amministrazione di Esselunga, ora dimessosi, Francesco Moncada e l’editore di Primocanale , nonché gestore del maxi schermo, Maurizio Rossi. Tutti indagati nell’ambito dell’inchiesta che, secondo gli investigatori, ha portato alla luce un sistema corruttivo ai vertici della Regione e del porto di Genova. Ma anche un sistema di finanziamento illecito, reato quest’ultimo contestato a Rossi.
Si tratta, per chi indaga, di un accordo dal quale ognuno dei partecipanti ha tratto un beneficio specifico. Toti (ai domiciliari dallo scorso 7 maggio) e Cozzani (anche lui agli arresti in casa, poi liberato dopo le dimissioni) per gli inquirenti hanno ottenuto gli spot gratuiti per la propria lista elettorale, Rossi più pubblicità per la sua emittente e Moncada lo sblocco, grazie all’intervento del governatore, delle pratiche che in quel momento bloccavano o rallentavano la costruzione di nuovi centri commerciali a Sestri Ponente e Savona.
Secondo gli investigatori i 50 mila euro versati, a seguito di quell’accordo, da Moncada alla società di Rossi sarebbero serviti a coprire soltanto gli spot per le amministrative genovesi del 2022, dedicati alla lista totiana in appoggio al sindaco Marco Bucci, ricandidatosi. Mentre per le elezioni politiche di settembre – in cui Toti si presentava con la lista Noi Moderati – ci sarebbe stato un nuovo pagamento. Oppure, ipotizzano gli inquirenti, la cifra necessaria sarebbe stata scorporata dai 170 mila euro che Esselunga – tramite il centro Media Italia – ha pagato nel 2022 come pubblicità all’emittente di Rossi. I militari del nucleo di polizia economico-finanziaria, diretti dal colonnello Filippo Capineri, stanno cercando tracce di questi pagamenti su chat, messaggi e mail acquisite dai telefoni cellulari degli indagati.
Secondo la perizia di Giuseppe Dezzani, esperto informatico che ha analizzato il server dell’emittente televisiva acquisito dalle Fiamme Gialle alla fine di maggio, per le politiche Toti, tramite il suo partito, avrebbe pagato a Rossi un contratto per trenta passaggi elettorali sullo schermo di Terrazza Colombo. Totale del contratto, 450 euro. E però gli spot che hanno contato i finanzieri insieme all’esperto nominato dalla Procura sono decisamente molti di più: 1.598 in aggiunta. Il tutto per un totale di oltre 23 mila euro che, secondo una prima stima degli inquirenti, sarebbero stati regalati da Rossi al partito del governatore. Ma che, secondo gli inquirenti, sono stati pagati proprio da Esselunga tramite il manager Moncada, come contropartita per vedersi sbloccate dalla Regione le pratiche ferme per i due nuovi supermercati.
A supporto di questa tesi sono ritenute cruciali le intercettazioni ambientali del manager in Regione. Che assieme agli altri partecipanti, con i telefonini spenti o lasciati fuori dall’ufficio per evitare di essere ascoltati, confezionano l’accordo. Dice Moncada, intercettato in Regione il 17 marzo 2022 dalle cimici della Finanza, di essere pronto a fare un «regalo». «Sto pensando – spiega – nel mio cumulo di passaggi di togliere qualcosa a noi e di metterlo su Bucci. Però questa cosa bisogna farla bene… dobbiamo dormire tra due cuscini». E ancora, dice Cozzani parlando con Toti, sempre intercettato: «Cioè, ti rendi conto? Quindi lui (Rossi, ndr) deve starsene buono… questo è un contratto pluriennale perché prima gli facevano (Esselunga, ndr) 170 solo di schermi, ora gli fanno prendere altri 50 con i passaggi».
Per questi spot – documentati all’interno di una nuova informativa che era stata depositata in vista dell’udienza del tribunale del Riesame, a cui aveva fatto appello Toti per chiedere la revoca della sua misura, senza vedersela accordata – si potrebbero configurare i reati di corruzione, finanziamento illecito e false fatturazioni, è l’ipotesi su cui stanno lavorando i pm. Le accuse non sono ancora state formalizzate ma non si esclude che, come evidenziato nell’ordinanza del Riesame, ciò avvenga nelle prossime ore.
Sulla questione, Esselunga precisa che il contratto per l’acquisto di spazi pubblicitari su Primocanale e il maxi schermo di Terrazza Colombo innanzitutto «non è stato retrodatato» (l’ipotesi della Procura è che lo sia il primo firmato dal Com itato Toti con la società che gestisce il maxi schermo, a monte dell’accordo del 17 marzo 2022 ritenuto illecito, per evitare sospetti). «Gli spazi – prosegue Esselunga – sono stati acquistati per comunicazioni pubblicitarie del marchio, come emerge da inconfutabili evidenze documentali e la società non ha stipulato accordi per pubblicità con contenuti diversi. L’acquisizione di tutti gli spazi pubblicitari è gestita da Media Italia e, in base al proprio codice etico di comportamento e alla compliance di gruppo, a Esselunga non è consentito finanziare partiti politici o campagne elettorali». —
