Sospetta corruzione in Regione «Il patto Esselunga-Primocanale retrodatato per evitare indagini»

Il caso
Marco Fagandini
Tommaso Fregatti
Matteo Indice
Per la Guardia di finanza, quei quattro contratti per spot elettorali stipulati nel 2022 fra la Programmazioni Televisive spa, la società editrice dell’emittente locale Primocanale, e il Comitato Giovanni Toti Liguria, erano di fatto specchietti per le allodole. Uno stratagemma per schermare, secondo i pm, il meccanismo corruttivo di cui Toti e il suo ex capo di gabinetto Matteo Cozzani, così come l’ex manager di Esselunga Francesco Moncada e l’editore di Primocanale Maurizio Rossi, erano gli ingranaggi. Ecco, il primo di quei contratti, scrivono ora i militari nella nuova informativa depositata in Procura, era stato retrodatato. Per collocarlo cronologicamente subito prima, anziché dopo, un incontro ritenuto cruciale da chi indaga. Una giornata di faccia a faccia e contatti telefonici negli uffici della Regione fra i quattro protagonisti – ora inquisiti – per definire quel sistema di dare e prendere, che avrebbe assicurato vantaggi a tutte le parti in gioco. Un trucco in più, per depistare eventuali controlli o future contestazioni.
oggi o domani la decisione dei giudici
Proprio quest’informativa, figlia delle nuove indagini portate avanti dopo gli arresti del 7 maggio scorso, è stata utilizzata dai sostituti procuratori Luca Monteverde e Federico Manotti per chiedere al tribunale del Riesame che Toti, presidente della Liguria sospeso e indagato per corruzione e voto di scambio, rimanga ai domiciliari. La decisione dei giudici, presieduti da Massimo Cusatti, è prevista per oggi o al più tardi domani. Il Riesame dovrà stabilire se revocare, appunto, la misura detentiva, come chiesto dal difensore di Toti, l’avvocato Stefano Savi. Oppure ancora se sostituirla con una differente, come l’obbligo di dimora a Genova, ipotesi residuale della difesa.
Qualora i giudici respingessero le istanze di Toti, questi potrebbe appellarsi alla Corte di Cassazione. Un percorso comunque ancora lungo, per evitare una mossa politica sinora scartata, ma che potrebbe avere riflessi sull’aspetto giudiziario. Cioè le dimissioni. Le posizioni sono differenti, certo, ma è significativo che per Cozzani la revoca dei domiciliari sia arrivata proprio dopo la sua decisione di abbandonare il ruolo di capo di Gabinetto.
«la Regione, il nostro miglior cliente»
La Finanza ricostruisce così quello che, secondo gli inquirenti, è il sistema di corruzione maturato in primis intorno alle elezioni comunali di Genova del 2022. È primavera e le amministrative sono alle porte. La mattina del 17 marzo, in un incontro con Cozzani e Toti in Regione, Moncada, su richiesta dei due, spiega che Esselunga (all’epoca era membro del consiglio d’amministrazione) ha incontrato un ostacolo con un ufficio regionale per aprire il nuovo punto vendita di Sestri Ponente. Lo stesso giorno, nel tardo pomeriggio, Toti non c’è più ma arriva Rossi, sempre in Regione. E Moncada, intercettato, dice di voler aiutare Marco Bucci, sindaco ricandidato. Lasciando intendere, per la Finanza, che un sostegno ora potrebbe sempre venire bene. Per gli investigatori, in quel momento i tre prendono accordi che favoriranno ogni parte in causa. Il sostegno a Bucci si concretizzerà di fatto nel pagamento di spot elettorali per i candidati della Lista Toti da proiettare sul maxi schermo gestito da Rossi, sulla Terrazza Colombo che sovrasta la sede di Primocanale. Si decide di fare alcuni contratti in chiaro, per un valore di 5 mila euro, pagati direttamente dai comitati elettorali. Ma, spiegano gli inquirenti, ne arriverà anche uno da 50 mila di Esselunga a favore della società di Rossi, formalmente per una campagna pubblicitaria del colosso della grande distribuzione. Una consulenza tecnica chiesta dalla Procura però stabilisce ora che a fronte dei 500 spot collegati al contratto da 5 mila euro, ne sono stati prodotti 6.060. Gli investigatori hanno pochi dubbi: la differenza sarebbe collegata ai 50 mila del contratto di Esselunga. Non per niente Rossi, intercettato, dice a Moncada: «Siete diventati il nostro primo cliente del gruppo… devo dire in verità dopo la Regione Liguria». E i vantaggi per Esselunga? Secondo quanto emerso dalle intercettazioni e dalle mail acquisite durante la perquisizione della sede del gruppo lombardo, Toti e Cozzani si erano impegnati a sbloccare e velocizzare pareri e pratiche di competenza regionale, così da favorire l’apertura del punto vendita di Sestri Ponente.
La retrodatazione
La sera del 17 marzo Toti, Cozzani e Rossi fanno il punto, tra una risata e l’altra ascoltata dalle cimici. L’editore di Primocanale spiega ai due l’accordo trovato in precedenza. E, sempre sorridendo, scrivono i militari, «chiede a Toti cosa vuole lunedì sera per cena e il presidente risponde “carne”».
Il primo dei quattro contratti stipulati dal Comitato Giovanni Toti Liguria con Ptv riguarda 150 passaggi sul maxi schermo fra il 26 e il 28 marzo. Eppure è datato 15 marzo, due giorni prima che l’accordo per gli spot venisse concepito e suggellato in Regione. Peri finanzieri, si legge nell’informativa, «può dunque ipotizzarsi che il contratto sia stato volutamente retrodatato a una data di poco antecedente gli accordi verbali presi». Un’ulteriore cortina fumogena.
Il rischio idrogeologico da rimuovere
I finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria, diretti dal colonnello Filippo Capineri, nella nuova informativa evidenziano tre pratiche care a Esselunga che sarebbero state velocizzate per volere di Toti e tramite l’intervento di Cozzani. Fra queste, quella per il via libera alla modifica dell’argine del torrente Chiaravagna, senza il quale non può essere costruito il nuovo supermercato di Sestri. Perché l’area scelta è in zona A (lo è tutt’ora), il più alto in termini di rischio esondazione. La modifica dell’argine dovrebbe portarla in zona C, dando il la ai cantieri. Una volta incassato il parere favorevole dell’ufficio, Cozzani informa Toti, che capisce subito di cosa si sta parlando: «Quale roba è Sestri? Esse?», scrive su WhatsApp. Il capo di Gabinetto: «Sì sì! Esselunga». E Moncada, avvisato sempre da Cozzani: «L’unione di visioni è sempre la forza vincente!». Le Fiamme Gialle sono convinte che Toti sia un mandante ben consapevole delle mosse intraprese per favorire Esselunga. E talvolta sia più “sul pezzo” del suo stretto collaboratore. Sempre il 17 marzo, Toti afferra immediatamente il tema burocratico toccato da Moncada: «Perché lì è la parte di messa in sicurezza del lido di Fincantieri». Il manager annuisce: «Esatto». —
