“Rigassificatore, minaccia per ambiente e turismo”

il caso
antonio amodio
savona
“L’ultima bandiera blu? – Terre Contese. Perché il rigassificatore è una minaccia per ambiente e turismo”, questo il tema dell’incontro promosso dal gruppo “Fermiamo il Mostro” (che ha superato novemila adesioni) in collaborazione con il WWF e il coordinamento No Rigassificatore , in programma, giovedì sera, alle 20.45 ai giardini Serenella di corso Vittorio Veneto a Savona. Il titolo è volutamente provocatorio per riflettere su cosa potrebbe accadere se il rigassificatore Golar Tundra, ora Italis Lng, approdasse davvero davanti a Savona – Vado nel 2026, così come prevede il piano definito dal Governo e dalla Regione Liguria. 
L’impatto di questo impianto sull’ambiente, sulla qualità visiva e biologica delle acque marine e sull’integrità dei fondali, sarà approfondito dalle relazioni della biologa marina Nadia Repetto e dalla fisica Regina Sozzi. Temi questi di cui, almeno fino ad oggi, non si è parlato in modo molto approfondito. Commentano gli organizzatori: «Esiste peraltro il timore che gli scavi sottomarini e le emissioni del rigassificatore possano “sporcare” le acque provocando la morte di quei microrganismi che assicurano la vitalità del sistema marino. Un danno non solo per Savona – Vado, ma anche per altre località, specie quelle situate a Ponente dell’impianto». 
Altro importante tema affrontato durante la serata, sarà quello degli espropri che riguardano i 28 km di entroterra, lungo i quali saranno interratele condutture che dovrebbero partire dal rigassificatore per collegarsi alla rete nazionale del gas di Cairo Montenotte. Spiega Monica Giovannini del gruppo Fermiamo il Mostro: «Questo incontro vuole mettere in sinergia due aspetti di questa vicenda come l’impatto sull’ecosistema marino e la questione riguardante gli espropri che si stanno avviando da parte di Snam. A questo proposito le avvocate Alessia Tiragallo, studio Crucioli e Giorgia Ferrari, spiegheranno perché non bisogna assolutamente firmare e quali opzioni esistono per resistere a espropriazioni e servitù». Franco Zunino del coordinamento NO Rigassificatore, esprime però un cauto ottimismo: «Non dobbiamo mai abbassare la guardia, pare però, che il clima intorno al progetto sia cambiato». —