Esselunga, sospette tangenti «I soldi degli spot per Bucci fuori dai bilanci ufficiali»

il caso
Tommaso Fregatti
Matteo Indice / Genova
L’ipotesi investigativa che rischia di creare ulteriori problemi al governatore Giovanni Toti in vista della decisiva udienza del Riesame di lunedì prossimo, è piuttosto circoscritta.
I 150 mila euro che Esselunga ha pagato per la pubblicità all’emittente televisiva “Primocanale” (e una parte dei quali sono confluiti nelle inserzioni elettorale della “Lista Toti per Bucci” alle Comunali genovesi del 2022), secondo gli inquirenti potrebbero essere stati inseriti a bilancio soltanto quale operazione commerciale e non come pubblicità elettorale.
Una parte dei denari, infatti, secondo gli inquirenti non sarebbe stata dichiarata pubblicamente, al punto da sembrare una sorta di omaggio che l’ex manager del gruppo Francesco Moncada, un tempo membro del cda e genero del fondatore Bernardo Caprotti, avrebbe fatto al governatore Toti per il tramite dell’editore e amico Maurizio Rossi. L’obiettivo era che il politico si adoperasse per sbloccare alcune pratiche relative ai centri commerciali di Sestri Ponente e di Savona, in quella fase arenate.
gli accertamenti della finanza
I primi accertamenti svolti sui conti della catena dei supermercati, infatti, mostrano che non vi sarebbe traccia a bilancio di questa donazione politica. E per meglio chiarire la questione i finanzieri hanno sentito dirigenti e funzionari con incarichi amministrativi e di marketing: appartengono sia al colosso della grande distribuzione sia all’azienda Media Italia, che si occupa della gestione degli spazi pubblicitari per Esselunga.
È chiaro come, su delega del pubblico ministero Luca Monteverde, si stia cercando di fare chiarezza sull’enorme mole di documenti fiscali di un’azienda estremamente estesa, in primis per capire chi realmente sapesse di quei soldi finiti a Primocanale. L’operazione, ricordiamo, fu gestita in prima persona proprio dal manager Moncada, su indicazione del governatore Toti e del suo braccio destro dell’epoca, ed ex capo di Gabinetto, Matteo Cozzani.
Il sospetto «aggiramento»
C’è poi un altro sospetto al vaglio degli investigatori impegnati in questo filone. E cioè che Moncada non abbia inserito nei consuntivi del gruppo il pagamento a Primocanale e alla “Lista Toti” per aggirare la compliance aziendale (la conformità di procedure e comportamenti a regole di funzionamento che appunto l’azienda adotta). Per Esselunga è molto rigida e inibisce ai dirigenti di versare direttamente ai partiti politici.
La circostanza, se confermata, potrebbe far rischiare a Esselunga una contestazione di responsabilità oggettiva in base alla cosiddetta «legge 231». Un aiuto all’analisi della documentazione è arrivato dal software acquisito dagli inquirenti presso la P.T.V. Programmazioni: è, quest’ultima, la società che edita Primocanale e il cartellone di Terrazza Martini”, e dovrebbe permettere di documentare gli spot pubblicitari andati in onda. I finanzieri in queste settimane li hanno analizzati per capire quanti passaggi pubblicitari siano stati concessi, in quale orario e in che giorno.
Determinante per fare chiarezza sulla questione saranno poi gli sviluppi dell’indagine consentiti dall’esame dei file trovati nei device sequestrati agli indagati. Hanno permesso di cristallizzare gli incontri serrati che Cozzani (su indicazione di Toti secondo gli inquirenti) ha avuto con tecnici e responsabili di Asl 3 e Arpal, per sollecitare l’avanzamento delle pratiche su Sestri Ponente e Savona.
i prossimi passi dell’indagine
Gli incontri ora sono oggetto di approfondimento da parte dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria, per capire se verso quei tecnici vi siano state pressioni da parte degli uffici del governatore.
È indubbio comunque che Moncada, e quindi Esselunga, avessero urgenza di sbloccare i dossier relativi all’apertura dei due centri commerciali. L’ottenimento di quel risultato era così importante per i vertici della catena commerciale, che sempre Moncada chiese a un certo punto una raccomandazione all’allora ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta (Forza Italia). Brunetta, che è fornitore di Esselunga attraverso la quale commercia il suo vino “Capizucchi”, si era a quel punto speso in prima persona con Giovanni Toti affinché aiutasse Moncada, fissando persino un appuntamento al ministero tra i due. Il governatore aveva quindi deciso di passare all’incasso e aveva convocato Moncada nel suo ufficio di piazza De Ferrari.
All’incontro, come documentano le registrazioni degli inquirenti, partecipano pure Cozzani e l’editore di Primocanale Maurizio Rossi (indagato per finanziamento illecito e difeso da Nicola Scodnik, mentre va ricordato che per gli altri protagonisti dell’affaire l’addebito è corruzione). «Sto pensando – dice Moncada intercettato dalle Fiamme Gialle – nel mio cumulo di passaggi di togliere qualcosa a noi e di mettere Bucci. Però questa cosa bisogna farla bene…». Poi aggiusta il tiro: «Dobbiamo dare una mano a Bucci nella campagna elettorale anche se non è che ne abbia bisogno, ma al tempo stesso dobbiamo dormire tra due cuscini». Maurizio Rossi, nell’opinione dei pm, trasforma il piano di Esselunga in qualcosa di concreto: dieci passaggi al giorno pagati dalla catena dei supermercati, dove anziché i prodotti in vendita appariranno i loghi politici del partito del governatore, la cui lista appoggia Bucci.
Toti nel corso del suo interrogatorio fiume del giugno scorso ha fornito risposte non chiarissime sulla questione, ammettendo genericamente di aver chiesto aiuto a Moncada «per la campagna elettorale del Sindaco Marco Bucci ». Toti ha precisato ai magistrati anche di aver voluto «favorire l’ingresso di nuovi soggetti nel mondo della distribuzione e quindi di Esselunga in Liguria… era per noi un obiettivo politico preminente. La questione della pratica di Sestri Ponente inizia quando era ancora Sindaco Doria (Marco, ndr). La seguivo con attenzione perché la ritenevo simbolica ed importante».
la replica di primocanale
Primocanale ha evidenziato tramite i propri legali di aver fatturato tutti gli incassi in maniera regolare. Esselunga invece conferma che tutta la parte pubblicitaria è affidata al centro “Media Italia” e tutto sia inserito regolarmente nei bilanci. Non risultano ai vertici della società interrogatori recenti di loro dirigenti. —
