Il Movimento 5 Stelle trova casa a Bruxelles Accolti in prova per sei mesi nella Sinistra

niccolò carratelli 
roma 
In piedi al centro del cortile di Montecitorio Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni parlano a bassa voce. Negli stessi minuti a Bruxelles è in corso la riunione tra la delegazione del Movimento 5 stelle e l’ufficio di presidenza del gruppo della Sinistra (The Left) al Parlamento europeo. «Ho messo più di una buona parola per voi», scherza il leader di Sinistra italiana rivolto all’ex premier, sottolineando come sia stato lui a fare da garante per gli eurodeputati M5s. «Gli hanno fatto un po’l’esame del sangue – spiega Fratoianni a La Stampa dopo aver salutato Conte –. Del resto, c’erano diverse perplessità a causa delle loro posizioni del passato». 
Il confronto è durato più di due ore, durante le quali il capo delegazione M5s, Pasquale Tridico, e le deputati uscenti Tiziana Beghin e Laura Ferrara hanno dovuto rispondere a una sfilza di domande. A partire dall’alleanza con la Lega nel 2018, i decreti sicurezza del governo Conte I, la criminalizzazione dell’attività delle Ong nel Mediterraneo. Fino all’intervento pungente della rappresentante della Linke, l’ultrasinistra tedesca, sugli insulti di alcuni esponenti del governo Conte alla capitana Carola Rackete, comandante della nave Sea Watch e ora eurodeputata nello stesso gruppo. Da Roma Fratoianni si è speso per superare le resistenze, rassicurando gli alleati sul «lungo processo di trasformazione del Movimento». Lo ha fatto perché «questa nuova collocazione del Movimento in Europa è significativa anche per gli equilibri politici italiani – sottolinea – sancisce la loro appartenenza alla sinistra, in qualche modo li vincola per il futuro». 
Insomma, i compagni di viaggio che ti scegli dicono molto di chi sei, o almeno di chi vorresti essere. E può essere un elemento di chiarezza nella costruzione del fronte unitario progressista. Anche a dispetto di quanti ancora pensano che il profilo giusto sia «né di destra né di sinistra», per citare Beppe Grillo e Virginia Raggi. Non a caso, dentro al Movimento c’è chi non nasconde dubbi e fastidio per come è stata condotta la partita. Chi rimprovera a Conte di «non essersi fatto vedere a Bruxelles», chi contesta l’eccessivo sbilanciamento a sinistra, «col rischio di perdere i nostri elettori più moderati». Il fatto che la delegazione M5s sia stata accolta “con riserva”, dopo aver concordato «un periodo di sei mesi con uno status di osservatore reciproco per confermare la convergenza politica», come si legge nel comunicato ufficiale, viene derubricato a dettaglio formale. «Entriamo con pieni diritti», assicura Tridico. 
Il primo banco di prova sarà il voto sulla conferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, che vede The Left fortemente contrario: i 5 stelle dovranno votare no, diversamente da quanto hanno fatto cinque anni fa, quando erano stati decisivi per la formazione nella cosiddetta “maggioranza Ursula”. Posizionamento diverso rispetto al Pd, quindi, ma che «rientra nelle dinamiche europee e non condiziona la collaborazione in Italia», assicurano fonti dem. —