
di Dario Caruso
Lunedì 1° luglio 2024
Caro Presidente Mattarella,
l’impressione che l’incarico che Lei ricopre stia sbiadendo è ormai lampante.
Si è tramutata in evidenza.
Sono innumerevoli le situazioni in cui la Sua voce non si fa ascoltare; Lei dovrebbe fungere da Garante della Costituzione e invece sta surfando su episodi reiterati che violano palesemente gli articoli cardine di essa.
Gli episodi a cui mi riferisco sono interni alle forze parlamentari di maggioranza e al Governo stesso ma anche esterni, esibiti da un associazionismo che travisa il passato e rilegge la storia secondo false interpretazioni.
Gravissimi entrambi, ancor più però se perpetrati nelle stanze del Potere.
È possibile che l’avvio della Riforma Costituzionale sul Premierato L’abbia già messa sulla strada dell’abdicazione visto che alcune delle Sue prerogative saranno ribaltate a favore del Presidente del Consiglio e – in alcuni casi specifici – addirittura dei ministri competenti.
I Suoi silenzi sono un segnale allarmante per chi, come me, è nato e cresciuto con il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana e con il mito del Suo predecessore Sandro Pertini, Presidente combattente, asciutto e severo, attento ai giovani a parole e nei fatti, simbolo di una cultura democratica che ha cominciato a declinare con Napolitano e con Lei prosegue nel disfacimento.
Situazioni di politica interna e scelte di politica estera, nodi che fanno affondare l’Italia agli occhi dei cittadini italiani (lo dimostra la scarsissima partecipazione alle urne) e agli occhi dei partners europei (lo dimostrano le recenti scelte di Bruxelles).
Se il silenzio è degli innocenti, questo silenzio non La onora, Presidente, e non la rende innocente ma complice del declino e dunque corresponsabile del destino futuro del nostro Paese.
