
Nuovo post ambiguo contro chi “Tiene famiglia”
Luca de Carolis
Nel lunedì in cui Beppe Grillo sul suo blog attacca quasi tutti, anche Giuseppe Conte, il M5S scopre che giocare le amministrative con il campo progressista paga. Ti porta assessori e soprattutto ti associa alla parola vittoria. Tanto che il Movimento in serata esulta e rivendica: “I cittadini premiano i progetti di intesa tra le opposizioni, frutto di una convergenza che si va consolidando nelle aule parlamentari quanto nelle piazze: un dato che incita a continuare a lavorare per l’alternativa al governo Meloni”.
E altro che “né destra né sinistra”, come predica il Garante e qualche suo sodale (Virginia Raggi, innanzitutto). Meglio starsene nel campo largo. E se i dati del primo turno lo avevano già fatto capire, i ballottaggi lo certificano in vari pezzi d’Italia. Partendo da Perugia, “un laboratorio nazionale” secondo il coordinatore umbro del M5S, Thomas De Luca, per passare a Campobasso e arrivare a Vibo Valentia. Tre città dove i 5Stelle correvano dall’inizio con i dem e alleati vari. Ma c’è anche l’altro filone, quello dell’apparentamento. Con il Movimento che, dopo un primo turno più o meno in solitaria, ha appoggiato il candidato della coalizione, come successo a Firenze e a Potenza. In entrambe le città, il M5S ha di poco superato il 3 per cento, mentre a Perugia era arrivato al 4. Cifre da lista civica, addolcite dal 6 e qualcosa a Civitavecchia – 50mila abitanti in provincia di Roma, altro centro tornato a sinistra – e dal 10 per cento a Campobasso (dove la sindaca uscente era grillina). “Ma le percentuali a livello locale sono sempre state basse – ricorda un veterano – solo che ora le facciamo fruttare”. Ossia, adesso il M5S sta in maggioranza, “e così potremo provare a incidere sulle decisioni e a creare una vera rete locale”. Una filiera fatta di consiglieri e soprattutto di assessori.
È l’altra via per il radicamento territoriale, perseguita da Paola Taverna, vicepresidente con delega agli enti locali. È lei che ha governato le trattative sui territori con il Pd, limando distanze e diffidenze incrociate. Il Conte che giorni fa aveva risposto a Grillo e a Raggi – “restiamo nel campo progressista, chi ha altre inclinazioni ne tragga le conseguenze”- ne ha ricavato ossigeno, dopo il 9,99 per cento nelle Europee. Prezioso, anche nel giorno in cui i 5Stelle fanno notare la vittoria del sindaco grillino a San Giovanni Rotondo, a pochi passi dal paese originario dell’ex premier Volturara Appula. Un derby, visto che nel ballottaggio Filippo Barbano ha battuto un candidato del Pd. Ma a contare è la vittoria del campo largo.
Non deve essere una grande notizia per Grillo. Ieri sul suo blog ha sfornato un post, dal titolo “Gli altri”. Il primo passaggio appare come un attacco a Luigi Di Maio: “C’è l’Altro che tiene famiglia e non può accettare che ciò che gli è stato ingiustamente dato gli sia giustamente tolto”. Ma c’è anche l’apparente veleno per i tanti 5Stelle che vogliono cancellare la regola dei due mandati: “C’è l’Altro che ha vinto la lotteria delle elezioni e non vuole cedere il passo”. E c’è amarezza: “Forse arriverà il giorno in cui penseremo al destino dei giovani e non dei vecchi. Ma non è questo quel giorno”. Conte non commenta. Ma la vicecapogruppo in Senato Alessandra Maiorino sbotta: “Grillo è patriarcale e paternalistico. Non tutti hanno la saggezza di comprendere quando il proprio tempo è concluso”. Nel M5S certi nodi stanno davvero venendo al pettine.
