Faccio Parte di coloro che hanno vissuto tutte le fasi politiche del M5S: il dopo Gianroberto Casaleggio, il direttorio, l’elezione a capo politico di Di Maio (incontrastato da chi oggi lo critica) e il suo successivo abbandono con 60 parlamentari fuoriusciti, credendo in chissà quali prospettive future. Faccio parte di quelli che hanno votato la fiducia a Draghi, obbedendo al voto on line e portandone la croce (di Draghi e di Cingolani), fortemente voluto da Beppe Grillo che ci ha confessato di essere stato circuito e imbrogliato da Draghi. Faccio parte di coloro che sono ancora sui territori, parlando con cittadini confusi, anzi nel panico, per le polemiche odierne ma che credono che confrontarsi sia l’attività principale necessaria a qualsiasi partito per avere consenso: saper parlare e ascoltare anima e cuore.
Faccio parte di coloro che non saranno intervistati dai giornaloni per dire la loro opinione, non richiesta, visto che hanno abbandonato il nostro progetto politico: rari i casi di coerenza politica, più diffusi quelli per interessi personali. Faccio parte di coloro che senza clamore, hanno anche criticato il Movimento da dentro cercando prospettive politiche mentre sopportavano “il fuoco amico” perché stare alla finestra non serviva a nulla. Parte di coloro che sulla guerra ucraina hanno portato Conte e il Movimento su posizioni pacifiste quando ancora ci chiamavano pacifinti putiniani (e qualcuno ne ha anche pagato il prezzo sulla propria pelle). Non ho ambizioni di ricandidature, non mi interessa la questione dei due mandati, non ho posizioni privilegiate da difendere, sono quello che sono sempre stato, nel bene e nel male, con tutta l’esperienza politica accumulata che mi ha cambiato ma non sul rispetto dei nostri valori condivisi. Faccio parte di una comunità di persone che crede nella politica come strumento di cambiamento ed evoluzione e che adesso è profondamente ferita dalla campagna stampa sulle reali divisioni interne del M5S. Polemiche che trovo misere, personalistiche, narcisistiche, quanto di più lontano dai principi che gli stessi “duri e puri” odierni dovrebbero testimoniare invece di usarli a loro vantaggio. Che il M5S sia un progetto bollito oppure no, tutto questo fa male al Popolo in primis e a noi che non ci siamo mai creduti grandi statisti ma abbiamo dato tempo e vita in buona fede, lottato in trincea con convinzione e oggi ancora vivi, ci sentiamo pugnalati una terza, una quarta, una quinta volta.
Di noi non leggerete mai nulla, non ci vedrete in tv ma esistiamo, non siamo pochi e non staremo zitti. contestatori professionisti, presenzialisti tv, scomparsi e riciclati, sentenziatori seriali con la verità sempre in tasca, per me possono seguire una direttiva fondante del Movimento: andare affanculo.
Alberto airola, ex senatore M5S