
Tommaso Fregatti / genova
L’interrogatorio della top manager del mondo finanziario, svolto in gran segreto nei giorni scorsi in Procura, rappresenta per i pubblici ministeri che indagano uno dei più importanti atto di accusa a quello che gli stessi inquirenti definiscono da più di un mese «il sistema Toti». Perché, secondo quanto trapela dal nono piano di palazzo di giustizia, certificherebbe come i finanziamenti inviati da aziende private al partito politico siano non del tutto leciti come la difesa del governatore vuole dimostrare ma illeciti, a rischio di corruzione.
Ivana Semeraro, 49 anni, figura apicale del colosso finanziario britannico Icon ha parlato più di due ore davanti al pubblico ministero Luca Monteverde e ha fornito agli inquirenti un assist determinante per il futuro dell’inchiesta. La manager, infatti, ha confermato di essere stata contattata nel settembre del 2021 (nei tre mesi precedenti dell’approvazione della proroga trentennale del Rinfuse) da Aldo Spinelli – imprenditore portuale ed ex patron del Genoa agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso – in merito ad una pratica relativa alla società “Spinelli srl” in cui Icon era in quel momento socia al 45 per cento. «Voleva avere da noi l’autorizzazione a donare soldi al partito politico di Giovanni Toti», ha spiegato Semeraro. Aggiungendo però di aver sottolineato a Spinelli che quell’operazione per il colosso finanziario inglese non poteva essere portata a termine perché considerata «a rischio corruzione». «Abbiamo dei processi organizzativi chiamati anche compliance officer che etichettano come azioni inopportune donare soldi a partiti politici», ha evidenziato la stessa Semeraro davanti ai magistrati. Spinelli, però, secondo l’accusa, pressato da Toti che voleva quel finanziamento in cambio della concessione del Rinfuse non avrebbe tenuto conto del parere di Icon ed di Semeraro. E ad inizio dicembre, subito dopo l’ok alla proroga che ha fatto volare “alle stelle” il valore delle società di Spineli, versa tramite anche la Spinelli Srl i soldi al governatore.
Per i pubblici ministeri che indagano quanto dichiarato dalla manager è la dimostrazione di come i finanziamenti ai partiti da parte di aziende che hanno interessi istituzionali siano da considerare a forte rischio corruzione e non propriamente leciti come invece la difesa di Toti e degli altri indagati vuole sottolineare. Tanto che nel mondo britannico dove Icon opera da anni sono stati sostanzialmente vietati proprio dai compliance aziendali.
Inizieranno intanto domani i primi incontri autorizzati dal giudice Paola Faggioni del governatore Giovanni Toti che dal 7 maggio si trova agli arresti domiciliari per lo scandalo sulle mazzette in Regione.
Di concerto con il suo legale Stefano Savi i primi che si presenteranno davanti a Toti sono Alessandro Piana, presidente ad interim essendo Toti sospeso, Giacomo Giampedrone e Marco Scajola, assessori regionali alle infrastrutture e urbanistica. Venerdì prossimo, invece, sarà la volta di Matteo Rosso (coordinatore ligure di Fratelli d’Italia), Edoardo Rixi (Lega, viceministro ai trasporti del governo Meloni) e Carlo Bagnasco, coordinatore regionale di Forza Italia. Nel week end, invece, saranno fissati gli incontri coni politici nazionali. E cioè Maurizio Lupi e Pino Bicchielli rispettivamente leader nazionale e deputato di Noi Moderati. Toti potrà incontrare dunque otto politici di centrodestra con cariche istituzionali e politiche ma non, come aveva chiesto, la sua portavoce Jessica Nicolini. Il magistrato nel documento ha sposato la linea dei pubblici ministeri che avevano dato parere negativo solo a questa riunione: manca infatti il presupposto degli affari regionali. Gli incontri, secondo quanto indicato nel provvedimento, saranno di persona, tre ore per gruppo e con un militare della guardia di Finanza che vigilerà sugli ingressi nel giardino di casa Toti. Ieri è stata anche la giornata in cui è stato pubblicato il bilancio del comitato Giovanni Toti che chiude il 2023 in attivo. In particolare si fa riferimento ad un avanzo di esercizio pari a centocinque mila euro; contributi in denaro per un totale di trecentodiciassette mila euro; disponibilità liquide che ammontano a quasi duecentomila euro. Spulciando l’elenco dei contributi di importo superiore a 3 mila euro incassati dal Comitato Giovanni Toti nel 2023, come donatore più generoso spicca con 100 mila euro la “Europam Spa”, azienda che opera nel campo della fornitura e commercializzazione di prodotti energetici al consumo e all’ingrosso (benzina, gasolio) e di tutti i servizi collegati (stazioni di servizio, gas e luce, ecc.) ; nella lista si segnalano contributi da società attive nel settore yacht e imbarcazioni di lusso, come la “Sanlorenzo Spa” con sede ad Ameglia, città di residenza di Toti (10 mila euro), la “Amico servizi Srl” (8 mila euro), la “Amico & Co Spa” (8 mila euro) e la “Viacava yacht service Srl ” (4 mila euro). Ricordiamo che il patron del cantiere navale Luigi Alberto Amico è attualmente indagato per corruzione proprio nel filone sulla mazzette in Regione.
Il bilancio è stato approvato in data 28 maggio 2024 dall’assemblea dei soci che decide di destinare l’avanzo dell’esercizio a nuovo. Il verbale porta le firme anche della tesoriera Marcella Mirafiori, la segretaria di Toti – non indagata – a cui i pm genovesi hanno sequestrato i cellulari nell’ambito dell’inchiesta. Nel documento non si fa menzione della vicenda giudiziaria che vede coinvolto Toti, ma i partecipanti all’assemblea «si dichiarano sufficientemente informati» sugli argomenti posti all’ordine del giorno. —
