La virata di Toti nell’appello del Riesame “Non chiederei più finanziamenti a privati”

Marco Fagandini
Matteo Indice 
genova
Ribadisce d’aver agito «per l’interesse» della Liguria e però assicura che non chiederà più finanziamenti ad aziende e in generale a privati, modalità che ha adottato per sua stessa ammissione negli ultimi 10 anni di mandato. E proprio grazie a questo scarto, insiste, non ci sarebbe più il «rischio di reiterazione del reato» di corruzione laddove tornasse in carica. 
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, tramite il legale Stefano Savi, ha depositato l’appello contro il no alla revoca degli arresti domiciliari scattati il 7 maggio. L’istanza è stata inoltrata al tribunale del Riesame, dopo che venerdì la gip Paola Faggioni gli aveva negato la liberazione ribadendo che, soprattutto se in carica, potrebbe reiterare il reato di corruzione e inquinare le prove. Savi conferma che il nuovo documento ricalca la precedente richiesta di revoca in un passaggio fondamentale. Quello in cui Toti, pur difendendo come scelte politiche comportamenti che dice d’aver «ammesso» ai pm, spiega che se tornasse a guidare la Regione si muoverebbe in modo diverso, finanziando in maniera differente la sua attività e senza chiedere denaro ai privati. Nessuna ammissione di profili penalmente rilevanti, quindi, ma passaggi che hanno valore sul piano dell’opportunità politica, e su cui lo stesso Toti riconosce una a linea di demarcazione. Sarà il Riesame a valutare se la professione d’intenti è sufficiente a far cessare il rischio di ripetizione del reato o se pesano di più i comportamenti già acclarati, che i pm e la gip hanno qualificato come «corruzione sistematica».