Per Toti l’ipotesi del patteggiamento Rixi: “Aspettiamo il rinvio a giudizio”

Federico Capurso
Roma
Alla gran parte delle domande che riguardano il futuro del governatore Giovanni Toti, il viceministro Edoardo Rixi, che è coordinatore della Lega in Liguria, risponde: «Dipende dalla procura». E questo, è evidente, rende tutto «molto difficile» per la politica.
I magistrati genovesi stanno aspettando che il tribunale del Riesame prenda una decisione sulla richiesta di Toti di vedersi revocare i domiciliari e intanto ragionano sull’ipotesi di chiedere in autunno il giudizio immediato o proporre un patteggiamento. Prova a muoversi anche il governatore. Ha chiesto un incontro ai coordinatori regionali e «il giorno che la procura mi dice che lo posso incontrare, ci parlerò», dice Rixi. Ma quanto si può andare avanti così? «La nostra posizione è garantista – risponde Rixi -. Finché non arriva un rinvio a giudizio…». Quello è il limite imposto da Roma, per Toti come per la ministra Daniela Santanché. «Se poi tra tre o quattro mesi, cosa improbabilissima, non viene nemmeno rinviato a giudizio, cosa facciamo? Ci ritroviamo con un debito futuro di credibilità pesantissimo?». Insomma, il viceministro leghista invoca calma: «Stiamo provando a gestire una situazione che non abbiamo creato noi».
E in questa gestione, restano appesi a un filo i progetti del Pnrr legati al porto di Genova. «Abbiamo nominato un commissario, un ammiraglio, e sosteniamo che il Paese non si può fermare, dopodiché il futuro di quei progetti non è nelle nostre mani. Dipende da quello che deciderà la procura. E noi non possiamo di certo vincolare le scelte della procura». Né, tantomeno, si vuole commentare l’inchiesta: «Non mi esprimo sulle decisioni dei pm. Penso però che se nel 2021 si sapevano già queste cose qui, qualcuno poteva fare una telefonata a Palazzo Chigi, a Mario Draghi, e dirgli di non nominare Paolo Emilio Signorini come commissario della diga di Genova», ragiona Rixi. «Non penso che Draghi sapesse che Signorini andava al casinò di Montecarlo, però qualcuno lo sapeva, perché lo stava intercettando, e non ha detto niente. Sono cose che mi preoccupano perché vuol dire che il sistema Paese, nel suo insieme, ha qualche buco».—
