Genova, Toti resta agli arresti domiciliari Il giudice: “Potrebbe ripetere il reato”

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti deve rimanere agli arresti domiciliari perché «c’è ancora il pericolo di reiterazione di reato e di inquinamento probatorio». La decisione l’ha presa il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni motivandola nelle quattro pagine di rigetto dell’istanza di revoca della misura che aveva presentato il legale di Toti, Stefano Savi. «Faremo subito appello – sottolinea l’avvocato -. Sul motivo della pericolosità passa questa idea che chi è indagato, indagato e non condannato, per un reato sia pericoloso quasi all’infinito. Vorrei capire quanto dura la pericolosità». Anche i pm Federico Manotti e Luca Monteverde avevano dato parere negativo. «A differenza di quanto sostenuto dalla difesa, il fatto che ormai si siano svolte le competizioni elettorali europee dell’8 e 9 giugno 2024 – scrive il gip – non comporta il venire meno il pericolo di reiterazione di analoghe condotte criminose». E cita la cena di finanziamento dello scorso 14 aprile a Villa Lo Zerbino. Prima di quella cena e dopo un soggiorno a Monte Carlo, con Aldo Spinelli, Toti è in chat con la sua segretaria Marcella Mirafiori. Il presidente «faceva riferimento a una somma che avrebbe ricevuto da Spinelli, ulteriore rispetto a quella “ufficiale” della partecipazione alla cena elettorale – “Spinelli mi ha detto che fa 10 posti. Poi il resto… ci aggiustiamo” – utilizzando un’espressione (“resto”) di frequente usata sia da Toti che da Spinelli per fare riferimento, in modo allusivo, alle utilità oggetto degli accordi corruttivi». E dunque appare “evidente la permanenza del pericolo che l’indagato possa reiterare analoghe condotte in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali), per le quali aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi». —