Conte vede Grillo dopo il flop “I due mandati rimangono” Così su La Stampa “

niccolò carratelli 
roma
Non si incontravano da un po’ Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Ma, dopo quanto accaduto negli ultimi giorni, una chiacchierata era necessaria. Il fondatore del Movimento 5 stelle è rimasto in silenzio per tutta la campagna elettorale e anche dopo, senza commentare il risultato deludente del voto per le Europee. Anche ieri, arrivando nell’hotel affacciato sul Foro romano, sua abituale residenza nella capitale, non ha detto una parola. Poco dopo l’ora di pranzo si è materializzato il presidente M5s: «Non vi fate troppi film», ha risposto ai giornalisti che lo attendevano fuori e gli hanno chiesto se il tema del confronto fosse l’ipotesi di modifica delle regole interne del Movimento, a cominciare dal limite dei due mandati per gli eletti. 
Una questione identitaria per il Movimento, l’unica che Grillo ha continuato a blindare con dichiarazioni pubbliche, anche da quando si è disimpegnato a livello politico. L’ultima lo scorso febbraio, quando aveva chiarito che «la regola del doppio mandato è uno dei motivi fondanti per cui è nato il M5s. La politica non deve diventare una professione – il suo avvertimento – i due mandati sono l’interpretazione della politica come servizio civile. Auspico che il nostro Paese possa farne legge di Stato». Improbabile che, nonostante il crollo elettorale, abbia cambiato idea. E, d’altra parte, lo stesso Conte, annunciando la prossima convocazione di una «assemblea costituente» 5 stelle, per discutere un «miglioramento delle regole», ha chiarito che «non potremo mai adattarci a essere un partito tradizionale». Precisazione che sembra un modo per mettere le mani avanti rispetto all’idea di superare il tetto dei due mandati, ultimo vero totem rimasto del Movimento delle origini in questa nuova versione a guida Conte. 
Ma l’ex premier sa bene che una buona fetta del suo gruppo dirigente lo abbatterebbe volentieri, un po’per ovvie ambizioni personali, visto che in molti sono al secondo giro in Parlamento, un po’perché effettivamente la regola rende più complicata la competizione elettorale, soprattutto quando si gioca sulle preferenze e la notorietà dei candidati ha un peso decisivo. Comunque, c’è tempo per pensarci, visto che quello che si profila come il primo “congresso” 5 stelle verrà organizzato dopo l’estate. Ma, nel frattempo, meglio sondare gli umori di Grillo e coinvolgerlo in quel «percorso di rilancio della nostra azione politica», annunciato da Conte. 
Dallo staff del presidente M5s provano a raccontare che i due hanno parlato solo di temi concreti, di «visione per il futuro», durante un incontro di quasi due ore «molto bello e piacevole». Insomma, come se domenica scorsa il Movimento avesse preso il 20%. Lo stesso copione che racconta Claudio Cominardi, il tesoriere 5 stelle, ricevuto da Grillo subito dopo Conte: «Lui va oltre, vola sempre alto, ha lo sguardo proiettato a venti o trent’anni – spiega –. Non si ferma al singolo risultato delle tornate elettorali, dove il Movimento ha sempre subito alti e bassi». Ma c’è un tema su cui il fondatore avrebbe messo l’accento, «il nodo della democrazia diretta, degli strumenti partecipativi a ogni livello, di ripartire dai comuni», sottolinea Cominardi. Un argomento che rimanda all’altro strumento caratteristico della vita del Movimento: le consultazioni online per consentire agli iscritti di esprimersi sulla linea politica e di scegliere i candidati da schierare alle elezioni. Anche in questo caso, nelle riunioni tra parlamentari 5 stelle degli ultimi giorni, sono state sollevati dubbi sull’opportunità di continuare a selezionare in questo modo la classe dirigente pentastellata e vincolare le scelte di posizionamento al pronunciamento del web. 
Insomma, c’è chi vorrebbe completare la trasformazione della creatura grillina. E farlo senza il via libera dell’Elevato può risultare rischioso. Anche se i suoi interventi politici si sono ormai quasi azzerati, in virtù del contratto da 300 mila euro all’anno come consulente per la comunicazione che lo induce a maggiore prudenza. Un contratto in scadenza, peraltro. Magari un paio di minuti Grillo e Conte avranno parlato anche di quello. —