Discusso pure il contratto del Garante

Luca De Carolis

Breve e chissà quanto intenso. L’incontro a Roma tra Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle frastornati dal 9,99 per cento rimediato nelle Europee, e Beppe Grillo, il Garante che nulla ha detto in campagna elettorale e nulla sta dicendo dopo la batosta, va in scena nell’abituale dimora romana del fondatore, un hotel con vista sui Fori. E dura un’ora e mezza, poco per gli standard di Grillo, e lo notano in tanti nel Movimento. “Non sembra un ottimo segnale” commentano fuori taccuino un paio di big.
Anche se dal M5S assicurano che è andata bene e che si è parlato “di temi, di visione”. Ma è evidente che il risultato elettorale ha occupato la conversazione. Così come il primo nodo che ha posto, quello della regola dei due mandati, una tagliola che ha contribuito alla composizione di liste fragili. E anche se entrando Conte ha negato a il fatto quotidiano.it – “se devo convincere Grillo a cambiare regole? Voi vi fate troppi film” – la questione è stata toccata. Inevitabile, visto che grandissima parte dei parlamentari e degli eletti invoca la cancellazione del totem. E Conte ha aperto spiragli, annunciando per settembre un’assemblea costituente sulle regole, inclusi i due mandati. Però poi bisogna sempre fare i conti con Grillo, che di togliere la norma base del M5S non vuole saperne, almeno per i parlamentari. “Non si tocca, è una norma che ci distingue dagli altri partiti” aveva ribadito agli europarlamentari incontrati a Bruxelles, qualche settimana fa. E non pare che voglia cambiare idea, raccontano voci di dentro. Ma qualcosa va fatto. Conte vuole ritoccare la regola almeno per le elezioni locali, consentendo ai parlamentari che abbiano svolto i due mandati di candidarsi come sindaci (attualmente potrebbero correre solo come consiglieri comunali, grazie al mandato zero, in base a cui il primo mandato in consiglio non si conta). Su questo ci sarebbe il via libera di Grillo. Mentre è aperta la discussione sulla possibilità di candidarsi alle Regionali. E qui il tema si fa già rovente, perché investe anche l’ex presidente della Camera Roberto Fico, possibile candidato alla Regione Campania il prossimo anno se il vincolo venisse rimosso (ma le voci su una sua candidatura come sindaco di Napoli sono corpose). Sui parlamentari, invece, la partita resta molto complicata. Conte sa che dovrà procedere con molta attenzione, anche nel definire le modalità dell’assemblea. Dopodiché la discesa di Grillo a Roma a naso non è legata solo alla disfatta nelle urne e ai due mandati. Subito dopo l’ex premier, il Garante ha incontrato un fedelissimo, il tesoriere Claudio Cominardi. “Beppe vola sempre alto e, quindi, lui parla sempre di temi e di visione”, ha spiegato l’ex deputato uscendo dal Forum.
Ma è un dato di fatto che il contratto di Grillo con il Movimento da 300 mila euro annui sia prossimo alla scadenza. Ergo, potrebbe essere finito nelle conversazioni di ieri. L’inizio di una trattativa, difficile. E il silenzio di Conte all’uscita forse è una conferma.