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Le lettere di licenziamento della Fondazione San Raffaele stanno arrivando in questi giorni. La motivazione? “Il Consiglio regionale della Puglia, per volontà del governatore Michele Emiliano, ha approvato la proposta di legge d’iniziativa del consigliere Fabiano Amati volta all’internalizzazione della gestione del presidio riabilitativo di Ceglie Messapica”.

Il presidio è il centro di riabilitazione intensiva che nel comune della provincia di Brindisi si occupa del recupero funzionale dei neuromotulesi. In pratica, pazienti usciti dal coma, in stato vegetativo, con funzioni neurologiche compromesse da patologie o traumi. Dall’inizio del 2000, con un contratto di sperimentazione gestionale che la Asl di Brindisi rinnovava di anno in anno, era affidato, appunto, alla Fondazione San Raffaele (sanità privata) che fa capo all’imprenditore e parlamentare della Lega, Antonio Angelucci, editore del Tempo, del Giornale e di Libero. Contratto destinato a essere rescisso a breve dopo l’approvazione, il 21 maggio, della legge che istituisce il Centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera di Ceglie Messapica e che quindi riporta il centro sanitario sotto il diretto controllo della Regione. La legge è stata fortemente voluta anche dallo stesso Emiliano.

Non era trascorsa nemmeno una settimana dal voto del Consiglio regionale quando dalla presidenza della Fondazione hanno cominciato a partire le prime lettere. Poco più di dieci righe per sottolineare anche al personale medico e infermieristico che “grazie all’iniziativa del consigliere Amati, la gestione nei termini di legge non sarà più assicurata dalla Fondazione”.

Cosa che assomiglia molto da vicino a una ritorsione. E in effetti secondo Amati lo è. Soprattutto, spiega il consigliere, “considerando che il personale dovrebbe transitare nella Asl di Brindisi e che con i licenziamenti si intende sottrargli il titolo per il transito”. Sì, perché è la stessa normativa regionale a stabilire che “il personale in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge, transita nell’organico della ASL competente ai sensi dell’articolo 1, comma 268, lettera c), della legge 30 dicembre 2021, n. 234”.

Un salvataggio dei posti di lavoro – e delle competenze maturate nel corso degli anni da medici, infermieri, fisioterapisti – ignorato dalla Fondazione, che non ha perso tempo a liquidare i propri collaboratori, “vista l’impossibilità di garantire un futuro a tutti i lavoratori e professionisti che operano nel presidio”. Questo nonostante l’impianto legislativo abbia comunque accordato quaranta giorni di tempo dall’approvazione della legge per il subentro della sanità pubblica. Giorni che potevano essere utilizzati per verificare le prospettive per il personale.

Ora Amati è pronto a rivolgersi alla magistratura, “affinché possa verificare la sussistenza di reati sia sui licenziamenti sia sull’intero rapporto contrattuale”, così come alla Prefettura e alla Asl brindisina per verificare le condizioni di erogazione del servizio. “Chiederò anche l’intervento del nucleo ispettivo della Regione – dice –. Non ho mai visto una iniziativa così vergognosamente contraria all’interesse pubblico”. Il centro di Ceglie Messapica è dotato di oltre 100 posti letto, dei quali undici in day hospital. Solo tra medici e coordinatori del team di infermieri e fisioterapisti impiega una ventina di professionisti, ai quali si aggiungono tecnici, amministrativi, operatori sociosanitari e consulenti. Angelucci controlla Libero proprio attraverso la Fondazione San Raffaele e la finanziaria Tosinvest. Quest’ultima a sua volta controlla Il Giornale e Il Tempo. Dal 2002 al 2012 ha pubblicato anche Il Riformista. La Tosinvest Sanità gestisce cliniche private e centri di riabilitazione convenzionati con il servizio sanitario in tutta Italia, concentrate soprattutto in Lazio e in Puglia, per un totale di 3.500 posti letto.