Il destino della lista arancione tra FI, FdI e una nuova civica in ballo il 16% del centrodestra


il retroscena
Mario De Fazio
Emanuele Rossi / Genova
Com’è arancione il tramonto su Genova. La prima forza del consiglio regionale, quasi metà dei voti del centrodestra nel 2020. Uno dei pilastri della maggioranza di Marco Bucci a Genova: il 9,17% dei consensi totali, pari al 16,6% dei voti raccolti dalla coalizione del sindaco nel 2022 con 17 mila voti, lo stesso peso di FdI. Questo è il ruolo e il peso specifico della lista Toti, in Liguria e nel capoluogo.
Ma cosa succede quando e se viene meno l’agibilità politica del presidente della Regione? La lista Toti è nata come un contenitore elettorale regionale mentre naufragava il disegno nazionale di “Cambiamo”. Ma alle comunali genovesi era già qualcosa d’altro: una lista in cui ogni “big” totiano aveva piazzato i suoi candidati per misurarsi. A due anni dalle elezioni, con l’addio di Tiziana Lazzari (passata a FdI e poi dimessasi da consigliere), in consiglio comunale ci sono quattro consiglieri della lista Toti: Nicholas Gandolfo e Federica Cavalleri sono da sempre vicini alla consigliera regionale Lilli Lauro, Lorenzo Pellerano (già eletto in Regione fino al 2015) a Ilaria Cavo, Umberto Lo Grasso è legato a Stefano Anzalone che nel frattempo però ha lasciato la lista in consiglio regionale, dopo il flop di Noi Moderati alle politiche. Ci sono poi i due assessori della giunta di Marco Bucci: Marta Brusoni (che viene dall’esperienza del Nuovo Centrodestra) e Francesco Maresca, che è più autonomo con la sua associazione “Liguria si muove”.
Capire cosa succederà ora dal punto di vista politico a questi consiglieri e assessori è un modo di tentare di leggere i segnali nel cielo della politica ligure. «Quando piove forte ti metti sotto l’ombrello e aspetti che passi», dice uno dei consiglieri, per sottintendere che almeno nel breve periodo non ci sarà nessun cambio di casacca, almeno sino a quando non sarà definita la situazione del governatore. Da martedì scorso non c’è stata alcuna riunione del gruppo a livello comunale, solo un giro vorticoso di telefonate. Ma d’altro canto, confermano i diretti interessati, non è che ci fosse un grande coordinamento politico anche prima: l’iniziativa in Comune è molto autonoma rispetto a ciò che avviene in consiglio regionale e di fatto si limitava a sostenere l’attività amministrativa di Bucci. «Non siamo mai diventati un partito, questo da un lato ci permette maggiore libertà ma dall’altro manca una vera linea, anche perché a Toti di organizzare non gliene è mai fregato molto», prosegue il consigliere arancione. Va considerato anche che il coordinamento regionale sino a gennaio di quest’anno era responsabilità di Angelo Vaccarezza, che se ne è andato sbattendo la porta in Forza Italia portandosi dietro gran parte degli “arancioni” del savonese. È stato sostituito da Ilaria Cavo, proprio per evitare di fomentare rivalità interne sul territorio, ma da deputata e vicepresidente di commissione a Roma Cavo non ha potuto dedicarsi appieno all’organizzazione del partito.
Ora, per il futuro molto dipende da se e quando ci saranno le elezioni anticipate per il consiglio regionale: i consi glieri eletti, ma anche quelli dei municipi, hanno un buon bacino di voti e potrebbero non essere insensibili alle sirene degli altri partiti di centrodestra. In particolare Forza Italia, se alle europee verrà confermata la crescita del partito berlusconiano. Ma un’altra opzione è quella di legarsi ancora di più a Bucci e alla squadra di Vince Genova, per proporre un pacchetto di candidati da inserire in una lista civica a sostegno del candidato che verrà per il centrodestra. Senza dimenticare il magnetismo potenziale del primo partito di coalizione, Fratelli d’Italia. Il ragionamento è che chiunque si candiderà a presidente della Regione avrà bisogno di una “gamba” civica nella coalizione ma anche che dovrà rinnovare il personale politico: Cavo è stabilmente a Roma, Cianci è coinvolto nell’inchiesta, su Lilli Lauro si vocifera da tempo dell’interessamento di FdI o di Forza Italia. Insomma, lo spazio politico per emergere ci sarebbe, su Genova e a Tursi c’è chi ci sta pensando.
Intanto, in consiglio regionale il terremoto giudiziario ha avuto l’effetto di congelare qualsiasi movimento tra i gruppi, anche per un gentlemen agreement dei coordinatori dei partiti della maggioranza a Roma. Ma non è un segreto che la lista Toti fosse in difficoltà da tempo, una difficoltà emersa plasticamente con l’addio di Vaccarezza. Le incertezze sul terzo mandato del presidente della Regione stavano motivando i consiglieri a guardarsi intorno: chi ha un solido passato politico e ha sempre preso tante preferenze come Giovanni Boitano, ma anche l’assessore Marco Scajola, non farebbero fatica a trovare una nuova collocazione. Toti in arresto, però, ha paradossalmente ricompattato le fila dei totiani: «Stringiamoci a coorte», ma pronti alla morte (politica) anche no.