SAVONA E VADO

Passo avanti per i tanto attesi progetti di miglioramento dell’impatto delle attività portuali sul territorio. Nell’approvare il bilancio consuntivo dell’Autorità di sistema portuale il Comitato di gestione ha ratificato lo stanziamento di 8,2 milioni di euro per realizzare la nuova interconnessione delle tubazioni fra il pontile Petrolig nella rada di Vado e i depositi di Petrolig ed Esso sulla terraferma.
Le condotte passano nel greto e sulle sponde del torrente Segno e già con la progettazione della nuova piattaforma multipurpose di Apm Terminals (oggi Vado Gateway) da Palazzo San Giorgio era stata concordata con il Comune vadese la messa in sicurezza dell’alveo del Segno, con il rifacimento della linea che trasporta il petrolio dallo scarico della nave agli impianti a terra. Un intervento che si è protratto negli anni, ma che ora è entrato nella fase definitiva. Nel piano di messa in sicurezza del Segno rientrano anche la demolizione e la ricostruzione del ponte sulla via Aurelia che attraversa il torrente.
L’operazione, di competenza di Anas, è già partita alcuni mesi fa, con una modifica della viabilità. Il progetto prevede di alzare il livello della strada di circa due metri rispetto all’attuale piano dell’Aurelia, in modo da aumentare la “luce” sottostante per migliorare il deflusso dell’acqua e permettere di escludere il centro di Vado dalla “zona rossa” a rischio idrogeologico. Non potendo ovviamente interrompere la circolazione sulla statale per demolire il viadotto, il lavoro viene portato avanti per lotti, in pratica sezionando una parte longitudinale alla volta per smantellarla e ricostruirla.
Per quanto riguarda gli interventi sulle banchine del porto di Savona-Vado, il progetto più atteso resta quello per l’elettrificazione, ossia il “cold ironing”. A Savona, nel corso del prossimo anno, verranno allacciati alla linea due accosti del terminal crociere di Costa, in modo da alimentare i sistemi di bordo delle navi direttamente da terra, permettendo all’equipaggio di spegnere i motori termici mentre la nave è ormeggiata, abbattendo così le emissioni dalle ciminiere. L’Autorità portuale ha già messo a disposizione un’area di circa tremila metri quadrati per consentire la costruzione della cabina elettrica e l’installazione dei cavidotti e degli impianti. —
g.v.