IL GOVERNATORE MESSO SPALLE AL MURO ANCHE DAI SUOI: “SEGRETARIA IRRITATA, SERVE UN CAMBIO NETTO” L’EX MAGISTRATO SI DIFENDE COSÌ: “LA DIGNITÀ DELLA POLITICA IN QUESTO MOMENTO È COLPITA OVUNQUE”

niccolò carratelli
roma
Giuseppe Conte strappa ancora, il Pd sempre più in affanno per le inchieste pugliesi ed Elly Schlein, per la prima volta, chiede a Michele Emiliano un «netto cambio di fase». Una settimana dopo, con un’altra inchiesta e altri arresti eccellenti, il campo da gioco barese è sempre più pesante. Il presidente 5 stelle è quello che ci corre dentro con più agilità, tornando in città per la seconda volta in sette giorni con addosso il mantello da paladino della moralità. Dopo aver fatto saltare le primarie per il candidato sindaco del centrosinistra, stavolta annuncia l’uscita del Movimento 5 stelle dalla giunta regionale di Michele Emiliano e dalla maggioranza che la sostiene. «Rinunciamo a tutte le deleghe», quindi anche ai ruoli in Consiglio regionale. Un passo per certi versi logico, dopo aver tuonato per giorni contro cacicchi e voti comprati. «Non combattiamo solo Meloni e soci – precisa Conte – non facciamo sconti nemmeno a chi è nel nostro campo».
Più che con Emiliano, al quale dedica anche parole di apprezzamento per il suo profilo da «magistrato antimafia», ce l’ha con il Pd. «Stiamo leggendo pagine di politica, che sono anche di cronaca giudiziaria, che fanno tremare i polsi – attacca –. Vogliamo dare una fortissima scossa, è il momento di fare pulizia e tabula rasa. Dobbiamo estirpare la cattiva politica». Toni che ricordano quelli dei 5 stelle delle origini, che urlavano contro la «casta» e volevano «aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno». Ma c’è una differenza, fanno notare dal quartier generale M5s: «Un tempo saremmo usciti dalla giunta e basta, oggi diamo un contributo fattivo per provare a cambiare le cose, presentando un patto per la legalità». In realtà, è l’ennesima sfida gli altri partiti, a cominciare dal Pd, per definire insieme impegni vincolanti per gli eletti e per i futuri candidati, in particolare su finanziamenti, conflitti di interessi e nomine. Più la proposta di istituire un assessorato alla Legalità e un organo ispettivo collegato. Se e come questa iniziativa avrà un seguito è tutto da vedere, ma è senz’altro funzionale alla narrazione di Conte. «Noi non abbiamo mai imbarcato acchiappavoti, abbiamo anche noi la lista di capibastone con pacchetti precostituiti di voti, che ci hanno offerto dappertutto e abbiamo sempre rifiutato – sottolinea il leader M5s – siamo impermeabili a questa cattiva politica». Uno dei tasti su cui batterà maggiormente nella campagna elettorale per le Europee.
Dal Nazareno nessuna replica diretta all’alleato, fanno filtrare solo la «forte irritazione della segretaria per le vicende giudiziarie emerse in questi giorni. Schlein ha chiesto massimo rigore e atti concreti al Pd pugliese, che ci sta già lavorando – viene spiegato – e al presidente Emiliano di aprire un netto cambio di fase in Puglia». I due ne parlano anche in una telefonata piuttosto tesa, in cui lei lamenta il rischio di «farsi dettare la linea da Conte» e lui la preoccupazione di «non finire per rimetterci solo io». Alla segretaria non sfugge il tono morbido usato dal presidente pugliese nei confronti del leader 5 stelle, dopo l’incontro avuto con lui nel suo ufficio in Regione, seguito alla conferenza stampa dello strappo. «Le parole di Conte in tema di legalità arrivano coerenti con quello che noi siamo sempre stati e siamo tuttora. Sono corrispondenti ai valori che hanno ispirato la mia intera vita all’interno delle istituzioni – scrive Emiliano in una nota –. Il Pd, con Schlein in testa, lavora incessantemente per praticare questi principi. Non era indispensabile l’uscita del M5S dalla giunta per ribadire i nostri comuni convincimenti». Quanto alla necessità di prendere provvedimenti, «convocherò al più presto tutte le forze politiche di maggioranza per condividere le misure da realizzare insieme». Insomma, ci siamo lasciati in amicizia. Come può confermare anche chi li ha visti salire nel pomeriggio sullo stesso aereo diretto a Roma: clima disteso, sorrisi, ognuno gioca la sua parte con fair play. Esattamente quello che dà fastidio a Schlein e ai dirigenti del Pd pugliese, che chiedono al presidente di «convocare una riunione di maggioranza e avviare una verifica di governo». Stesso appello che arriva da Nicola Fratoianni, che da Emiliano si aspetta «una iniziativa di discontinuità. Si azzeri la giunta, si resetti la situazione, si liberi il campo per una discussione vera», dice il leader di Sinistra italiana. La verità è che, per Emiliano, il migliore amico è quello che, formalmente, lo ha appena lasciato. —