SNAM: NEL 2024 IL GAS NATURALE LIQUEFATTO È STATA LA PRIMA FONTE DI APPROVVIGIONAMENTO AL 20% AUMENTANO LE IMPORTAZIONI DA STATI UNITI E PAESI AFRICANI. MAZARA DEL VALLO HA PESATO PER IL 19%


il caso
Gilda Ferrari / Genova
Sorpasso storico per il Gnl che arriva in Italia via nave rispetto al gas che importiamo via tubo. Nei primi due mesi di quest’anno il contributo del gas naturale liquefatto arrivato nei quattro terminali italiani da diversi Paesi stranieri, Stati Uniti in testa, ha pesato di più del gas algerino arrivato via tubo a Mazara del Vallo.
Nel bimestre gennaio-febbraio il Gnl ha rappresentato la prima fonte di approvvigionamento dell’Italia, attestandosi al 20% dei flussi (2,9 miliardi di metri cubi) e superando i volumi in arrivo dall’Algeria via tubo (19%, 2,8 miliardi di metri cubi). Meledugno ha pesato per un 12% sull’approvvigionamento, mentre a nord Passo Gries ha inciso per l’8% e Tarvisio per il 4 per cento.
L’infografica in questa pagina mostra i volumi di Gnl ricevuti dai quattro terminali italiani – Rovigo, Livorno, Panigaglia e Piombino – nei primi due mesi dell’anno e nel biennio scorso. I principali Paesi fornitori sono Usa, Algeria e Qatar, Egitto, Nigeria e Mozambico.
I dati sono forniti da Snam e raccontano la crescita dell’approvvigionamento via nave rispetto a quella via tubo. Italia, Germania e Olanda sono gli unici Paesi europei che nei primi due mesi di quest’anno hanno registrato arrivi in aumento rispetto alle media europea, che evidenzia una flessione del 7% a 25 miliardi di metri cubi. Fuori dall’Europa le importazioni di Gnl ammontano a 66 miliardi di metri cubi: aumentano gli arrivi in Cina (+23%) e India (58%), diminuiscono in Giappone (-8%) e Sud Corea (-11%).
Se è vero che il consumo di gas in Europa è sceso al livello più basso degli ultimi dieci anni, i numeri mostrano che, a seguito di nuovi equilibri geopolitici, l’approvvigionamento via nave aumenta, anche per compensare il deficit di gas russo. Un trend che spinge diversi Paesi a costruire nuove infrastrutture. Dal 2022 a oggi in Europa sono entrati in funzione otto terminali nuovi e altri 13 potrebbero diventare operativi entro il 2030. In Italia l’impianto più vecchio è Panigaglia, alla Spezia, l’unico su terraferma, mentre il più recente è la nave Golar Tundra di Piombino.
Impianti e società
Vtti, società di stoccaggio energetico sostenuta da Vitol, sta per acquisire da Exxon Mobil e QatarEnergy la quota di maggioranza dell’Adriatc Lng di Rovigo, il più grande terminale italiano. Vitol potrebbe valutare l’intero terminale 800 milioni di euro e darebbe a Vtti un ruolo nel mercato europeo in un momento in cui i flussi sono in aumento. Exxon aveva messo in vendita il suo 70,7% l’anno scorso. QatarEnergy possiede una quota del 22%. Snam possiede un 7,3%: una volta firmato l’accordo, avrà 45 giorni per decidere se esercitare il diritto di prelazione per aumentare la propria partecipazione. Adriatic Lng è situato a 15 km al largo della costa veneta e ha una capacità di rigassificazione di 9 miliardi di metri cubi l’anno. È l’unico terminale Gnl italiano in grado di ricevere le navi super large scala con una capacità fino a 217.000 metri cubi liquidi.
L’impianto di Panigaglia appartiene interamente a Snam: costruito negli anni Novanta, ha una capacità di rigassificazione annua pari a 3,5 miliardi di metri cubi. A Livorno Snam controlla il 50% di Fsru Toscana, impianto permanentemente ancorato a 22 km dalla costa. Interamente di Snam è infine la Golar Tundra davanti a Piombino (che dovrebbe arrivare in Liguria): ha una capacità di stoccaggio di 170 mila metri cubi e una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di metri cubi l’anno. —