
CAIRO. UDIENZA SPOSTATA AL 26 GIUGNO, LE REAZIONI DEGLI AMBIENTALISTI IL SINDACO: “LE PRESCRIZIONI PIÙ RESTRITTIVE PERÒ RIMANGONO VALIDE”
il caso
Ricorso dell’Italiana Coke sul regolamento per le misurazioni delle SME (monitoraggio continuo ai camini): incomprensibile per molti l’ennesimo rinvio richiesto dalla stessa azienda e concesso dal Tar.
Commenta, l’ambientalista Nadia Bertetto: «Un capitolo già letto di una storia senza fine. Sono passati tre anni dalla sentenza del Consiglio di Stato che impone le Sme, cosa è cambiato? Tra l’altro il rinvio è stato motivato dal fatto che Italiana Coke vuole avanzare agli enti una nuova proposta: ha avuto tre anni per farla ma, guarda caso, attende l’udienza del Tar e chiede un rinvio. Perchè poi gli enti, che pare evidente abbiano in mano una scala reale, con un regolamento inattaccabile, tant’è che l’azienda ha prima rinunciato alla sospensiva e poi ha appunto chiesto il rinvio, dovrebbero sedersi nuovamente ad un tavolo, per giocare una nuova partita, lasciando che sia l’azienda a ridare le carte?».
Perplesso anche il capogruppo di “+Cairo”, Fulvio Briano: «Un rinvio senza sapere i contenuti della nuova proposta mi pare poco opportuno, e sicuramente non una vittoria». Ancora più polemici Giorgia Ferrari e Silvano Nervi di “Cairo in Comune”: «Abbiamo la netta impressione che Italiana Coke continui a prendere tempo. Non ha mai fatto alcuna proposta concreta e ha continuato ad opporsi a tutte le prescrizioni. Se avesse voluto davvero aprire un confronto con gli enti, perché proporre l’ennesimo ricorso, aspettare per mesi l’udienza e poi chiedere ancora un rinvio? Chiediamo che da subito le prescrizioni più restrittive siano applicate con rigore».
Chiarisce, però, il sindaco Paolo Lambertini: «C’è una bella differenza tra i rinvii del passato, dove era evidente il gioco dell’azienda a prendere tempo, e questo, visto che, rinunciando alla sospensiva, le regole imposte dalla Provincia, quelle prescrizioni più restrittive invocate dalla minoranza, sono già applicate e rimangono valide sino alla sentenza. Prova ne è che la Provincia ha già inoltrato diffide contro le quali l’azienda ha già ricorso». Un procedimento distinto, ma essendo le diffide atti consequenziali della gestione, controllo e regolazione del sistema Sme, va da sé che anche queste verranno esaminate dal Tar a giugno. Perchè, però, attendere una nuova proposta di Italiana Coke? «Innanzitutto perché ce lo ha detto il Tar. Poi mettiamo su un piatto la possibilità di un ricorso al Consiglio di Stato, e sull’altro il ritiro del ricorso al Tar da parte dell’azienda che si siederà ad un tavolo dove gli enti partono da una posizione nettamente di forza. Siamo tenuti a valutare la loro proposta, e lo faremo tecnicamente, ma anche sottolineando un altro aspetto: pretenderemo tempi stretti, non progetti del poi. Prima hanno scelto la via della battaglia legale, ora il tempo perso non lo devono pagare i cairesi». —
