
SAVONA. LA RIVOLUZIONE DEL TRASPORTO LOCALE
giovanni vaccaro
savona
Il futuro della mobilità pubblica è elettrico. C’è chi critica l’addio ai motori termici e chi applaude, di certo la transizione è avviata, l’industria si è già adeguata e le aziende di trasporto locale si stanno convertendo. Con l’acquisto dei 14 nuovi bus elettrici anche la savonese Tpl Linea entra in un mondo nuovo e non vuole restare indietro. Lo ha fatto con un maxi ordine di veicoli in cui si bilanciano sicurezze e investimenti oculati, con l’obiettivo di offrire mezzi nuovi e moderni per convincere anche i più scettici ad abbandonare l’auto privata, almeno per i percorsi in città o su brevi tragitti.
I nove bus Solaris Urbino, da 12 metri di lunghezza, sono costruiti da un’azienda polacca diventata in pochi anni un vero colosso europeo arrivando a detenere il 18% del mercato europeo dei bus elettrici. Un design originale e accattivante, un costo di acquisto relativamente contenuto e soluzioni tecniche all’avanguardia hanno decretato il successo dell’Urbino in tutto il continente. Con l’elettrico si è aperto un nuovo segmento di mercato che interessa anche in Italia. Tpl ne ha messi in servizio nove da 86 posti (58 in piedi 28 a sedere), con trazione full electric e quattro pacchi batteria con una capacità di 352 Kwh per una autonomia di 350 chilometri. Il costo complessivo ammonta a 4 milioni e 276mila euro (di cui 4,2 milioni finanziati dal Mit). A Genova la municipalizzata Amt ne aveva acquistati 30, con un contratto da 15 milioni di euro. Addirittura a Cagliari è stato siglato un ordine da ben 100 unità full hybrid, sempre con il marchio Solaris. Ma il costruttore nato solo nel 1994, che ha sede vicino a Pozna?, in Polonia (ma fa parte del gruppo spagnolo Caf), ha appena presentato al Mobility Move di Berlino un’evoluzione dell’Urbino, dotato di batterie che raggiungono i 600 kWh, arrivando quasi a raddoppiare l’autonomia.
Un altro lotto di nuovi bus elettrici riguarda cinque Yutong E9-A da 9 metri, forniti dal più grande costruttore di autobus al mondo, con sede a Zhengzhou, in Cina, dove ne vengono “sfornati” oltre 30mila all’anno. Con 58 posti (35 in piedi e 23 a sedere), sono destinati alle linee urbane più complesse, come la 5 (la “via della salute”) che collega il centro con l’ospedale San Paolo. Ogni bus dispone di otto batterie, sei sul tetto e due nella zona posteriore, per una potenza di 255 Kwh e un’autonomia di 400 chilometri. Come spesso accade intorno ai prodotti cinesi aleggia un certo scetticismo: in Italia ne circolano oltre 70, ma dopo due incidenti a Mestre, dove un 12 metri era precipitato da un cavalcavia e un altro era finito contro un palo (per un malore dell’autista), il sindaco veneziano Luigi Brugnaro aveva disposto a titolo precauzionale il fermo degli altri Yutong elettrici della società La Linea. Però la flotta veneziana aveva percorso un milione di chilometri dal 2022 senza evidenziare alcun problema. —
