VIA LIBERA DEL MINISTERO, CACCIA AI FONDI PER ESTENDERE IL PROGETTO. I PROFESSIONISTI AFFIANCHERANNO MEDICI E PEDIATRI

paolo russo
roma
Contro il disagio mentale dilagante arriva lo psicologo di famiglia, che affiancherà medici di base e pediatri per curare la psiche oltre che il corpo. La novità è negli otto articoli del testo unificato bipartisan messo a punto dalla commissione Affari sociali della Camera e che ora – dopo aver trovato le risorse necessarie almeno alla fase di avvio del servizio – ha il semaforo verde del ministero della Salute.
Il testo del disegno di legge parla di uno psicologo ogni 4 o 7 medici di famiglia. Il che significherebbe assumerne 5-6mila. Numero rispetto al quale i 25-30 milioni racimolati dal ministro Orazio Schillaci sembrano per ora assolutamente insufficienti. A meno che non siano poi le Regioni ad aggiungervi del loro visto che, sia pure in via sperimentale, lo “psicologo di assistenza primaria”, come in modo più formale lo definisce il disegno di legge, è già attivo a macchia di leopardo in Lombardia, Piemonte, Toscana, Abruzzo, Campania, Puglia e Toscana. Per non parlare degli psicologi già alle dipendenze di asl e ospedali che, almeno in parte, potrebbero essere indirizzati verso i nuovi servizi territoriali. L’obiettivo è comunque quello di dotare di almeno uno psicologo ciascuna delle 1.038 case di Comunità, gli ambulatori aperti 24 ore su 24, sette giorni su sette, dove entro giugno del 2026 dovranno lavorare a braccetto medici di base, specialisti, infermieri e ora anche questi professionisti.
Una mano tesa ai tanti che non riescono a trovare un sostegno psicologico se non pagando di tasca propria, come avviene in otto casi su dieci tra chi si rivolge a uno psicoterapeuta. Che ci sia sempre più bisogno di questo genere di supporto del resto lo dicono le 400 mila richieste arrivate per ottenere il bonus psicologico, che è stato assegnato poi a sole 40 mila persone per esaurimento fondi.
L’assistenza psicologica si attiverà quando il medico di base o un altro specialista ne farà richiesta oppure quando sarà l’assistito a dichiarare di averne bisogno. Lo psicologo potrà intervenire anche a seguito di eventi traumatici come, specifica il testo, «lutti, perdita del lavoro, separazioni, disagi emotivi ed eventi stressanti, diagnosi infauste e cronicità, recidività di malattia e difficoltà all’aderenza alla cura». L’assistenza potrà avvenire a livello individuale o di gruppo, come in quest’ultimo caso avviene già in alcuni ospedali in caso di malattie oncologiche o comunque gravi. Gli psicologi di base parteciperanno anche «a progetti di prevenzione della malattia e di promozione ed educazione alla salute» o a quelli finalizzati al «miglioramento delle relazioni e della comunicazione tra gli operatori sanitari e gli utenti».
Si dice sicuro che il testo di legge sarà approvato in tempi rapidi il vice presidente della Commissione, Luciano Ciocchetti di Fratelli d’Italia: «Ne ho parlato con il ministro Schillaci che si è impegnato a intervenire assicurando le risorse necessarie. Spetterà poi alle Regioni l’organizzazione e la gestione di questo servizio ma la soluzione potrebbe essere quella di ricorrere alla dipendenza o al rapporto di convenzione con gli psicologi, come accade già con gli specialisti ambulatoriali». Ciocchetti ricorda poi che per garantire il servizio «potranno essere utilizzati i nuovi strumenti di digitalizzazione che consentiranno di raggiungere una platea di pazienti sempre più ampia». Una soluzione che prende le mosse dal successo dei servizi di assistenza psicologica online nati durante la pandemia, finanziata questa volta con parte del miliardo e mezzo destinato dal Pnrr alla telemedicina. —