IL VOTO DI DOMENICA. L’INCOGNITA DI RENATO SORU CHE ATTACCA: “C’È CHI VUOLE FARE ESPERIMENTI”

alessandro di matteo
roma
Adesso Pd e M5s ci credono, in Sardegna si può fare il colpaccio, cosa ritenuta impensabile fino a qualche settimana fa. Elly Schlein da giorni lo ripete, l’ultima visita nella regione di martedì e mercoledì la ha convinta che «il clima è cambiato», come ha detto anche a Cagliari martedì sera e in queste ultime ore di campagna elettorale insisterà su questo punto, facendo però ben attenzione a non fare del voto sardo un esperimento di quella «alternativa alla destra» che invoca tutti i giorni. Perché la leader Pd sa bene che Giuseppe Conte è molto prudente su questo e sa anche che gli elettori M5s preferiscono intese costruite passo dopo passo, a partire dai temi.
Fatto sta che anche ieri Schlein ha incalzato: «Abbiamo visto Meloni, Salvini e Tajani affiancati sul palco (in Sardegna, mercoledì, ndr) e ora si spaccano sul terzo mandato». E ora che il risultato sardo non sembra più scontato, «fanno bene a chiedersi se ci saranno ripercussioni sulla tenuta del governo».
Certo, Alessandra Todde, la candidata sostenuta da Pd e M5s, dovrà sconfiggere non solo il meloniano Paolo Truzzu, sostenuto dalla destra, ma sarà costretta a fare i conti anche con Renato Soru, che si è sfilato dal centrosinistra e corre per conto proprio, sostenuto anche da Azione, Iv e Più Europa. L’ex presidente della regione attacca: «Mi definiscono “l’ego della bilancia”? L’ego semmai è di chi ha imposto la Todde, quello di Schlein e di Conte, che in Sardegna vogliono sperimentare il campo largo». Proprio ciò che la leader Pd nega ogni giorno, e lo ha fatto anche in questo suo ultimo tour tra Cagliari e Carbonia: «La Sardegna non è e non sarà mai un laboratorio, né sede di test nazionali».
Matteo Richetti, Azione, invita però tutti a non dare troppo presto Soru per sconfitto: «Qualcuno ha già fatto la classifica dei vincenti, ma vedrete che domenica ci saranno delle sorprese». Soprattutto, ci tiene a respingere l’accusa di aver diviso il centrosinistra: «Abbiamo provato sino all’ultimo a mediare e ad arrivare a un’intesa. Ma l’asse Conte-Schlein non si poteva toccare: sono stati irremovibili».
Intanto, Pd e M5s protestano contro la Rai per le presenze di Giorgia Meloni in questi giorni sulle reti pubbliche. «Domenica si vota in Sardegna e Bruno Vespa stende il tappeto rosso a Giorgia Meloni invitandola a ben due trasmissioni in una sola serata», accusano i 5 stelle. E i democratici fanno eco: «Per Meloni scorpacciata sulle reti Rai. Tutto normale? ». —