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marco travaglio

A sentire le scempiaggini che dicono persone ritenute intelligenti viene da domandarsi: ma non ce l’hanno un amico che le consigli e soprattutto le sconsigli?

Ieri dicevamo di Repubblica-IllustratoFiat che strilla contro TeleMeloni perché censura le notizie scomode sul suo editore (il governo) e intanto riesce a non mettere mai in prima pagina l’inchiesta per frode fiscale sul proprio, di editore (John Elkann). Bene, proprio ieri il caso Elkann ha finalmente guadagnato gli onori della prima pagina. Ma non per i nuovi sviluppi dell’indagine per frode fiscale: per il piagnisteo di John, Lapo e Ginevra. Testuale: “Elkann: da 20 anni nostra madre ci perseguita”. Maestra, la mamma mi fa la bua. Oh no, povera stella, chiamiamo il Telefono Azzurro. Possibile che John non abbia una persona cara che gli impedisca di rendersi ridicolo? E che il suo direttore Sambuca, anziché stendere un velo pietoso sul piagnisteo, lo sbatta in prima, dopo aver pubblicato in Cultura il grido di dolore di Elkann senior per i “lanzichenecchi” che funestarono il suo viaggio a Foggia?

Da due giorni i quotidiani sono pieni di dotte analisi sulla storica telefonata della Schlein alla Meloni su Gaza, seguita dalla storica mozione che chiede a Netanyahu di cessare il fuoco perché 30 mila morti sono troppi (pazienza 29 mila, ma 30 no), passata con i voti del Pd e l’astensione delle destre. Ora, a parte il brutto spavento che si sarà preso Netanyahu, sempreché l’abbia saputo, non pare che intenda ritirarsi perché glielo chiede il Pd col Ni dei Melones. Infatti la mozione più inutile della storia serve ai giornaloni per riprendere la rumba sull’epica sfida tra Giorgia ed Elly, che presto si vedranno da Vespa e poi si candideranno a Strasburgo per poi non metterci piede. Dei palestinesi non frega niente a nessuno. La mozione su Gaza serve a dimostrare un altro evento epocale: “Giorgia ed Elly sole sul ring si scelgono come avversarie. Salvini e Conte finiscono nell’ombra” (Corriere); “si sono promosse avversarie e sanno che l’una ha bisogno dell’altra per terminare la costruzione di se stessa” (Merlo, Rep). Ma Elly non ha un amico per farsi spiegare che spetta a lei dimostrare di essere una leader e che farsi scegliere dall’avversaria è un’imbarazzante prova di inferiorità, sudditanza e insicurezza?

Il rabbino di Roma Riccardo Di Segni è un uomo di valore. Eppure, nella sua lettera a Rep, riesce a deplorare la frase di Ghali, a invocare un ridicolo “contraddittorio” sul palco dell’Ariston, a lagnarsi perché il Papa non condanna abbastanza il pogrom di Hamas (falso, ma purtroppo non c’è il contraddittorio) e a non dire una parola sui 30 mila civili massacrati da Israele. Anche lui non ha amici, o ha gli amici sbagliati?