SCONTRO POLITICO SULL’IMPIANTO DELLA SNAM

giovanni vaccaro
vado l.
Il progetto del rigassificatore offshore di Vado continua ad infiammare la politica. Mentre il progetto va avanti ed è all’esame del Ministero dell’Ambiente in attesa della Valutazione di impatto ambientale, c’è statoun duro botta e risposta fra la deputata Ilaria Cavo, intervenuta in sostegno del presidente della Regione Giovanni Toti e i vertici del Pd. L’uscita dell’ex assessore regionale ha fatto scattare le repliche di Davide Natale segretario Dem Liguria e di Roberto Arboscello, consigliere regionale e vicecapogruppo in Regione.
L’occasione è stata la visita della vicepresidente della Camera, Anna Ascani , arrivata a Vado per sostenere la candidatura a sindaco di Fabio Gilardi. Nell’occasione ha bocciato il progetto Snam. L’intervento è stato colto al balzo da Ilaria Cavo: «Le parole di Anna Ascani non fanno che confermare la lunga aneddotica sulla doppia morale del Pd, che a Roma prende decisioni che poi sconfessa a livello locale. L’impianto è lo stesso che il Pd ha accolto a Piombino, peraltro nelle banchine del porto e non a quattro chilometri dalla costa». «La rada di Savona-Vado – ribattono Arboscello e Natale – rimane un sito inappropriato e inutilizzabile per il posizionamento del rigassificatore. La nave sarebbe adiacente all’Area marina protetta dell’Isola di Bergeggi e interferirebbe con le zone speciali di conservazione. Un dato oggettivo su cui convergono i cittadini di tutto il territorio, gli imprenditori e anche qualche politico che, fulminato sulla via di Damasco in vista delle elezioni, ha preso le distanze dal suo stesso partito. Che il rigassificatore a Vado sia semplicemente inutile e costoso è un dato di fatto e si basa su dati oggettivi. A differenza di altri, il Pd ha approfondito l’argomento studiando il documento sulla Sicurezza energetica pubblicato a gennaio da Senato, Camera dei deputati e Ministero degli Affari esteri: emerge con chiarezza che il Paese, lo scorso anno, non ha avuto bisogno del gas della Golar Tundra, infatti l’impianto assicura all’Italia meno gas di quello che esporta. Quindi risponde a logiche imprenditoriali e non di fabbisogno del Paese». —