LA PROPOSTA DI MODIFICA AL REGOLAMENTO VENATORIO NAZIONALE SOLLEVA PROTESTE ANCHE NEL SAVONESE

luca maragliano
savona
Modifiche alla legge nazionale sulla caccia, anche nel Savonese si accende la polemica. A un mese dall’avvio dell’esame, alla Commissione agricoltura della Camera, della proposta di modifica della legge 157 del 1992 sulla protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio, che vede come primo relatore il deputato ligure della Lega Francesco Bruzzone, la protesta del mondo animalista e ambientalista agita anche il Savonese. A lanciare l’allarme, sulla scia di quanto già fatto da un gran numero di associazioni nazionali (le quali, dopo l’audizione tenutasi lo scorso 30 gennaio a Roma, hanno chiesto il ritiro della proposta, bollandola come “incostituzionale”), è l’Osservatorio savonese animalista.
«Questo devastante progetto di legge sulla caccia – attaccano i portavoce dell’Osa –, se approvato, libererà completamente la caccia da ogni vincolo, andando incontro a violazioni alle norme europee. Secondo questo disegno di legge, i calendari venatori saranno emanati con leggi regionali, rendendo impossibile ricorrere al Tar ed ottenerne l’annullamento, come spesso accaduto negli ultimi anni. Sempre le Regioni potranno posticipare la chiusura della caccia, estendendola a quasi tutto l’anno, e saranno aboliti i giorni di silenzio venatorio. Non solo: tutta la fauna selvatica prigioniera in gabbia diverrà “domestica”, e sarà facilissimo detenere uccelli da richiamo per la caccia. Ancora, il controllo scientifico dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale verrà annullato, e le abilitazioni alla caccia agli ungulati (capriolo, daino e cinghiale), rilasciate in una regione, varranno per tutto lo Stato». A fronte di tutto ciò, gli animalisti si appellano ai membri della commissione parlamentare, «che – concludono – dovrebbero rigettarlo senza se e senza ma».
Di diverso avviso, oltre allo stesso Bruzzone (che, in riferimento al provvedimento, ha invece parlato di «una proposta di legge sostenibile, che da ai cacciatori la certezza di poter agire in tranquillità, adeguandosi ai tempi moderni»), sono anche le voci del mondo venatorio. «La legge 157/92 è ormai superata, e deve necessariamente essere adeguata ai tempi – osserva il presidente provinciale di Federcaccia, Marino Ferraro –. L’obiettivo delle proposte messe in campo è proprio quello di arrivare ad una legge più moderna, che permetta di continuare a praticare l’attività venatoria: lo stesso termine “caccia”, infatti, come inteso sino a qualche anno fa, è ormai superato, e non corrisponde più a quella che è oggi la nostra attività sul territorio, di presidio e gestione. Il nostro auspicio, nonostante i numeri di praticanti in calo, è perciò quello di rimanere in numero sufficiente per poter continuare a gestire i territori e la fauna selvatica: in tal senso, un occhio di riguardo va sicuramente al sostegno delle attività agricole. La gestione dell’ecosistema da persone che conoscono il territorio è oggi più che mai indispensabile». —