CAIRO MONTENOTTE. È IL TERZO ROGO CHE SI VERIFICA DAL 2015

MAURO CAMOIRANO
CAIRO Montenotte
Incendio al Centro raccolta rifiuti di Bragno. Nessun ferito e rassicurazioni da un punto di vista ambientale, ma è il terzo incendio dal 2015 ad oggi, ricordando soprattutto lo spaventoso rogo del 2018.
La struttura, un centro di conferimento e smistamento all’interno della aree di Cairo Reindustria, è di proprietà di Iren – subentrata ad FG Riciclaggi nell’operazione di acquisizione del biodigestore e di quel ramo d’azienda – con la gestione subappaltata ad Ideal Service. L’allarme è stato lanciato poco dopo le 5, da uno dei dipendenti che, raggiunto il capannone dedicato alla preselezione della plastica, ha visto uscire del fumo da un cumulo di materiale. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco di Cairo, supportati dai colleghi di Savona, per un totale di quattro squadre con sette mezzi oltre Croce Bianca di Cairo e i carabinieri, e, successivamente, i tecnici di Arpal. Alle 6, 30 l’incendio era praticamente spento, anche se poi, sono state lunghe ed elaborate le opere di bonifica, con il materiale – soprattutto plastica, ma all’interno erano presenti anche “balle” di alluminio e cartone – trasportato fuori, spesso ancora fumante, e irrorato di acqua per raffreddarlo. Ingenti i danni al capannone, con il calore che ha fatto esplodere tutte le vetrate. Capannone posto sotto sequestro dai carabinieri. Sulle cause del rogo sono in corso accertamenti, a cominciare dalla possibilità di un autoinnesco ma non si escludono altre ipotesi.
Spiegano, da Iren: «I danni sono ingenti e, al di là del sequestro, saremmo stati comunque costretti a spostare in altro sito di proprietà della società tale attività. Purtroppo avevamo già appaltato l’installazione di termocamere per controllare la struttura, ma, ovviamente, ora è tutto congelato».
Il sindaco Paolo Lambertini e il vice Roberto Speranza, rassicurano: «Dalle centraline Arpal non risultano impennate di inquinanti; l’acqua utilizzata per spegnere le fiamme, convogliata in una vasca di raccolta, è stata trasportata con un’autobotte per lo smaltimento; dagli ulteriori accertamenti non si riscontrano indici precursori di diossina». —