Vaccarezza “Il no in consiglio, però, non c’è stato: alla fine Vaccarezza non ha partecipato al voto. «Resto fedele alla mia parte politica e non voto con la minoranza. Del resto, non ho partecipato al percorso che ha determinato questo risultato», ha detto.”

IERI LA DECISIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE

silvia campese
savona
Alla fine, a rimetterci, è stata la provincia di Savona. Come da copione, il consiglio regionale, ieri, nell’ambito della pratica sul dimensionamento scolastico, ha votato l’accorpamento di altri due istituti savonesi. Dal prossimo anno perderanno la loro autonomia, venendo unificati sotto un’unica dirigenza, l’istituto tecnico Boselli Alberti con il professionale Mazzini Da Vinci. Salvi dalla fusione, invece, il Liceo Calasanzio e il Comprensivo di Carcare. Una magra consolazione: nessuno dei presidi coinvolti ha esultato per il risultato, nemmeno quelli graziati dalla scure del dimensionamento. «A rimetterci è l’intero sistema scolastico savonese», il commento condiviso.
La speranza che venisse accolto l’emendamento del consigliere di opposizione, Roberto Arboscello, Pd, è durata poco: nel documento si chiedeva di rimandare di un anno l’ulteriore accorpamento (nella provincia savonese è già stato unificato il Comprensivo di Quiliano con Spotorno). La linea della Regione è stata quella di procedere con una ulteriore fusione. E, a rimetterci, è stata Savona.
Compatto il voto della maggioranza di centrodestra del presidente Giovanni Toti: tutti i presenti hanno sostenuto l’emendamento di Alessandro Bozzano (Cambiamo), Stefano Mai (Lega) e Veronica Russo (FdI). Nel testo si proponeva di salvare la Valbormida puntando sulla città di Savona, con il Boselli e Mazzini. Non ha partecipato al voto il consigliere Angelo Vaccarezza, che ha da poco dato le dimissioni da capogruppo di Cambiamo (sostituito da Bozzano). «La mia provincia si è ritrovata in una situazione complessa- dice Vaccarezza-. Aveva ricevuto delle rassicurazioni su un rinvio della discussione per arrivare a un dimensionamento condiviso. Così non è stato e si è proceduto con una forzatura». Il no in consiglio, però, non c’è stato: alla fine Vaccarezza non ha partecipato al voto. «Resto fedele alla mia parte politica e non voto con la minoranza. Del resto, non ho partecipato al percorso che ha determinato questo risultato», ha detto.
Duro l’attacco di Arboscello. «Abbiamo un ex capogruppo di Cambiamo, Vaccarezza, che alle iniziative pubbliche sul territorio fa l’oppositore di Toti, dicendo che voterà contro. Ma in aula non vota e dichiara di essere fedele alla maggioranza e a Toti. Inoltre, il nuovo capogruppo di Cambiamo, il savonese Bozzano, si piega al volere della sua parte politica, a danno della provincia da cui proviene e che l’ha votato. Abbiamo assistito a una commedia al limite dell’assurdo. Il territorio savonese era compatto: gli amministratori sono stati ascoltati in commissione, ma si è trattato di tempo perso secondo la maggioranza». Soddisfatto del risultato il terzo consigliere regionale del Savonese, Mai, che ha così commentato: «Non sarà toccato il percorso formativo dei ragazzi», ha detto. —