
GLI AMBIENTALISTI INVECE CRITICANO LA CONDANNA A 90 MILA EURO DI SPESE: «SEMBRA UN MONITO PER EVITARE ALTRI RICORSI»
GIOVANNI VACCARO
VADO LIGURE
Sono durati poco gli entusiasmi suscitati nel Savonese per il ricorso al Tar, che il Comune di Piombino aveva presentato contro il progetto di installazione del rigassificatore nel proprio scalo portuale. Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha dato torto alla giunta del sindaco toscano Francesco Ferrari, rigettando il ricorso e condannando il Comune e le associazioni ambientaliste al pagamento di 90 mila euro di spese. I giudici amministrativi hanno sottolineato che l’autorizzazione che aveva permesso l’attracco della nave Golar Tundra alla banchina del porto di Piombino, contrasta con l’interesse del Comune soltanto per i primi tre anni. Un periodo trascorso il quale il rigassificatore verrà necessariamente spostato per funzionare in modalità off-shore, con un procedimento a sé stante e una diversa autorizzazione specifica. Tra l’altro, già nei documenti del primo progetto, la stessa Snam Fsru aveva valutato un’area più a Nord, davanti alla costa tra Livorno e Marina di Pisa. Questa ipotesi è stata poi superata dalla scelta della rada di Savona-Vado. La sentenza sancisce quindi qualcosa che era già noto, ossia la permanenza dell’impianto nel porto di Piombino per soli tre anni. Il caso del rigassificatore, però, spariglia i rapporti politici così come sono normalmente intesi.
Il sindaco “ribelle” di Piombino, infatti, appartiene a Fratelli d’Italia, partito della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che sta portando avanti il piano di installazione dei rigassificatori. E nel caso dell’impianto in Toscana la soluzione era stata trovata con l’accordo del presidente della Regione e commissario straordinario di governo per l’opera, Eugenio Giani, che invece è un fedelissimo del Pd. In Liguria l’ospitalità era stata offerta dal governatore Giovanni Toti (“Noi moderati”, centrodestra), che ora è anche il commissario governativo per gestire il progetto. Cosa cambia per il Savonese dopo la bocciatura del ricorso di Piombino? Al momento poco o nulla: per Snam Fsru il progetto va avanti secondo i programmi, l’azienda ribadisce che si tratta di due aspetti differenti. A Piombino l’autorizzazione prevede una durata di esercizio di tre anni, a prescindere dalla sentenza. Dopo i tre anni era già previsto che l’impianto venisse spostato e la rada di Savona-Vado risulta la collocazione migliore per gli anni successivi. Snam Fsru ha scelto l’area per la vicinanza a terra con gli allacci con la rete nazionale di distribuzione del gas.
La battaglia degli oppositori savonesi prosegue. I gruppi di comitati “No rigassificatore” e “Fermiamo il mostro del gas davanti a Savona” stanno raccogliendo le firme per la petizione alla Commissione Europea per giocare la carta della vicinanza del sito scelto con l’area protetta “Natura 2000” dell’isola di Bergeggi. La sentenza del Tar ovviamente non ha fatto piacere: «Non è una buona notizia per l’ambientalismo, è un passo indietro – commenta Stefano Milano, uno dei maggiori attivisti -. Non si risolve il problema spostando la nave per motivi politici. E quello che conta è il rischio per l’ambiente e per il territorio, legato al pericolo di incidenti in caso di mareggiate violente. E poi ha ragione il sindaco di Piombino, che legge la sentenza come un avvertimento. Il fatto che siano stati condannati a pagare 90 mila euro di spese appare come un monito». —
