CAIRO MONTENOTTE. IL SINDACO LAMBERTINI REPLICA ALL’AZIENDA

MAURO CAMOIRANO
CAIRO MONTENOTTE
Italiana Coke, il nodo rimane quello ambientale. «Non possiamo che vedere positivamente il miglioramento economico di una realtà importante come Italiana Coke, ma un giudizio su un’azienda performante non può prescindere anche dal fattore ambientale, e quella è una questione che invece rimane aperta, vedi il ricorso contro la regolamentazione dei contrilli a camino per il quale si attende una sentenza del Tar a marzo».
Il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini, prende atto dei dati snocciolati, ieri, dall’Ad di Italiana Coke, Paolo Cervetti – un fatturato di 240 milioni; un Ebitda positivo superiore ai 12 milioni; la drastica diminuzione dell’indebitamento; ed ingenti interventi sull’impatto ambientale – ma non recede di un passo su quella che ritiene «la questione principale, ovvero il ripristino della qualità dell’aria sul nostro territorio. Una sentenza del Consiglio di Stato ha imposto le Sme, e la Provincia, di concerto con il tavolo tecnico, ha disposto delle regole, a cui, secondo noi, l’azienda deve ottemperare. Vedremo se la sentenza del Tar ci darà ragione. In tal caso, prima si ottemperi alle prescrizioni dell’Aia, poi ci sia un monitoraggio e solo successivamente potremmo affrontare altri discorsi».
E nel merito ha aggiunto: « Cervetti ha fatto l’esempio dello sbuffo di una marmitta di un’auto messa in moto da fredda, dicendo che non si può calcolare quello come picco. Il problema è inverso: l’azienda si deve attrezzare affinché quello sbuffo non ci sia. Il fatto che la società stia tornando in salute, immagino che non possa che sostenere questo obiettivo. Contrariamente, pensare a nuove lavorazioni, sperimentazioni, utilizzo di altri materiali, in tale situazione che riteniamo non soddisfacente, non può che destare perplessità».
Critici gli ambientalisti, con Nadia Bertetto: «Un altro esempio citato da Cervetti è stato quello del tutor autostradale a conteggiare una media di velocità per verificare se si sono superati i limiti, senza dover rendere conto di eventuali picchi di velocità durante quel tratto. Ma quel metodo esiste già, è quello “vecchio” delle centraline. Il Consiglio di Stato ha imposto con le SME, e la Provincia con le regole per valutare i dati, un report più puntuale: tanti autovelox e non solo un tutor generale. Ben venga un processo di transizione ecologica, ma partendo da ben altra situazione: introdurre plastica può anche funzionare in una simulazione di laboratorio, ma ci pare davvero avventata negli attuali forni ».
Più prudente il presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri: «Si tratta di due cose ben distinte. Da un lato ci sono le SME, e siamo convinti delle regole che abbiamo imposto ed attendiamo la sentenza sul ricorso. Altro sono eventuali progetti che vengono vagliati in sé. Sulle materie prime seconde abbiamo richiesto integrazioni e ora stiamo attendendo un’eventuale riprensentazione del progetto».