CONTI IN ROSSO PER 150 MILIONI DI EURO E LISTE DI ATTESA A LIVELLI RECORD NATALE (PD): “RACCOGLIAMO I RISULTATI DI OTTO ANNI DI MALGOVERNO”

il caso
Guido Filippi
«La sanità ligure è allo sbando». L’ultimatum del presidente Toti ai direttori generali sui conti in rosso di Asl e ospedali («Se non tenete sotto controllo i bilanci, andate a casa»), e sul buco del 2023 che oscilla attorno ai 150 milioni, scatena le reazioni delle opposizioni. In Consiglio regionale e a fine seduta alzano la voce Pd, Movimento Cinque Stelle, Linea Condivisa con il capogruppo Gianni Pastorino e Azione con Pippo Rossetti.
«Questa giunta ha fallito e a certificarlo è lo stesso Toti – denunciano il segretario regionale del Pd, Davide Natale e la responsabilie ligure sanità dei dem, Katia Piccardo – La responsabilità è soltanto sua e della sua giunta. Non si può scaricare sui direttori generali ogni responsabilità, a partire dal buco di 150 milioni di euro, visto che non sono mai stati messi nelle condizioni di operare al meglio. Toti ha scoperto che i pronto soccorso sono disorganizzati, ma non ha detto che i cittadini non hanno alternative per curarsi in quanto ha depotenziato la sanità territoriale. E le liste d’attesa? Ha capito che la situazione è disperata e che tutte le iniziative assunte sono state inefficaci. E ora con fare da bullo minaccia la chiusura delle Asl: questi sono i risultati di otto anni di malgoverno».
Scendono in campo, per il Pd, anche il capogruppo e il vicecapogruppo in Regione, Luca Garibaldi e Roberto Arboscello. «Il buco viene imputato alle scelte dei direttori appena riconfermati da Toti. Con questa situazione non possiamo aspettarci 50 milioni di investimenti per le liste d’attesa ma tagli: chiediamo chiarezza. In una squadra, solitamente, quando i risultati non arrivano, a prendersi le responsabilità è l’allenatore che, se non si dimette, viene esonerato dalla società». Anche Pastorino parla di fallimento della giunta Toti sulla sanità: «Siamo di fronte a un chiaro segno di difficoltà che non si può più nascondere. Oltre alla confusione politica interna alla maggioranza in Regione, si aggiunge la confusione personale del presidente Toti che, con una mano fa una cosa e con l’altra lancia strali e minacce. Ma Toti non si era accorto del buco di 150 milioni che le Asl stavano accumulando? Quando abbiamo attaccato la giunta sui bilanci, come ad esempio sulla Asl 4, ci hanno risposto che erano problemi formali». Pippo Rossetti di Azione chiede a Toti risposte sul buco di bilancio: «In Liguria abbiamo il diritto di sapere qual è lo stato di salute del sistema sanitario regionale e quello del bilancio. Abbiamo la necessità e il diritto di sapere se il prossimo anno dovrà esserci una manovra finanziaria per ricoprire un disavanzo di 150 milioni o quale sarà il buco reale nel 2023 e quali saranno le tasse che i liguri subiranno nel 2024 per colmare il deficit».
Fabio Tosi, consigliere regionale di M5S e il senatore Luca Pirondini parlano di disastro annunciato. «A fine novembre aveva fatto una sfuriata sulle liste d’attesa e ora un’altra sui conti in rosso. In mezzo, un’infinità di problemi che continuano a gravare sulla pelle dei liguri che non si meritano questa pessima gestione della sanità. Le accuse ai direttori generali sono un’imbarazzante ammissione di colpevolezza da parte di Toti». Che, ieri mattina, è tornato sul confronto con i direttori generali e ha ammorbidito i toni, forse per evitare altre polemiche: «Ho sottolineato alcune priorità su cui mettere grandissima attenzione, su cui i manager della sanità ligure hanno un dovere di dare risposte, ovviamente senza banalizzare le difficoltà in cui si muove la sanità. Ma se spendiamo più soldi, quei soldi devono tradursi in più prestazioni ai cittadini e non in spese delle aziende. Questo comporta riorganizzazione, anche dibattito con le rappresentanze sindacali».
Ha ribadito che affiderà al numero uno di Liguria Digitale Enrico Castanini la cabina di regia sui tempi di attesa per mettere nell’organizzazione delle Asl. «Ci sono spazi per recuperare; non tutte le Tac producono lo stesso numero di esami al giorno, le macchine stanno aperte lo stesso numero di ore. Molto spesso ci sono dei buchi all’interno della programmazione quotidiana per colpa di alcuni che magari in modo maleducato rinunciano all’ultimo e non si presentano all’appuntamento, forse si raggiunge addirittura un 25%-30% di posti. Ragioniamo in termini di overbooking. Il piano per la lista di attesa ha due gambe: una è legata alle gare che stiamo facendo per acquistare prestazioni dal privato, in modo gratuito per i cittadini». Toti si attende tante risposte e una riduzione dei tempi di attesa dalla gara, aperta ai privati, per acquistare prestazioni di diagnostica come Risonanze e Tac. «Partirà nel giro di trenta giorni la gara per ulteriori prestazioni cliniche, chirurgiche e mediche, bassa complessità operatoria, ortopedia». —