IL PRESIDENTE DELLA LIGURIA ATTACCA I DIRETTORI DI ASL E OSPEDALI: “NON ACCETTO PIÙ BILANCI COSÌ”

il caso
Guido Filippi
«Se non mettere i conti in ordine, sciolgo le Asl. Così non si può andare avanti. Non metto in ginocchio la Regione per colpa della sanità. Entro marzo voglio vedere bilanci in linea con una gestione sostenibile». Messaggio che si può leggere solo in un solo modo: se non correte ai ripari, vi manco a casa e commissario la sanità ligure. Toti convoca in Regione i direttori generali delle Asl e degli ospedali liguri e non si trattiene.
Senza giri di parole, nel silenzio generale dei manager versione scolaretti seduti attorno a un tavolo, il presidente mette subito in chiaro che non accetta più bilanci come quello che gli hanno consegnato l’altro giorno: la sanità ligure, secondo l’ultimo conto economico delle aziende chiude il 2023 con un buco di circa 150 milioni di euro (il finanziamento complessivo è stato di 3 miliardi e 400 milioni). Si va dai 50 milioni del San Martino, agli oltre 30 della Asl 3 genovese e ai 15 della piccola ma spendacciona Asl 4 chiavarese. Toti ha perso la pazienza e venerdì ha convocato d’urgenza i direttori generali delle cinque Asl, del San Martino più il Gaslini, il Galliera e l’Evangelico.
I primi sei sono stati confermati o nominati a fine dicembre, ma non vuol dire: la minaccia del licenziamento – strada non facile da applicare a costo zero – lascia il segno, tanto è vero che nessuno apre bocca per contestare o difendere. «Il primo obiettivo è tenere sotto controllo i bilanci: gli unici sforamenti consentiti sono quelli legati all’aumento delle prestazioni… Il mancato rispetto è un giustificato motivo di rescissione del contratto». Si sofferma su un altro aspetto: «Non ho intenzione di alzare le tasse ai liguri. Le risorse devono essere utilizzate per remunerare la produttività delle aziende».
Per i manager della sanità non è giornata. Toti chiede un intervento urgente nell’organizzazione dei pronto soccorso che anche nell’ultimo mese sono finiti più volte in crisi, nonostante i correttivi e i rinforzi: tutte le Asl devono presentare progetti per realizzare reparti di bassa intensità per suddividere i pazienti gravi da quelli meno gravi. «Belle parole, dice un manager a fine riunione – che si scontrano con la realtà. Se i bilanci sono in rosso è soltanto perché sono sempre di più le persone che curiamo e i costi del personale e dei farmaci sono aumentati». Una curiosità: a fine riunione si forma un capannello di direttori per commentare.
Toti boccia i direttori anche sulle liste d’attesa: nonostante le promesse la situazione non è migliorata per prestazioni come le risonanze magnetiche c’è da aspettare fino a un anno. Da febbraio cambia la cabina di regia che sarà guidata, con l’incarico di commissario, dal numero uno di Liguria Digitale, Enrico Castanini che dovrà mettere ordine in un sistema che fa acqua.
Nel frattempo si è chiusa la gara rivolta ai privati per la diagnostica: entro dieci giorni le Asl dovrebbero avere a disposizione più prestazioni. L’unica nota lieta dell’incontro arriva dal Pnrr: il 50% delle apparecchiature è stato installato, mentre sono partiti tutti i cantieri edili delle case prime Case di Comunità.
Ma adesso la priorità sono i bilanci delle Asl: direttori generali avvisati, mezzi salvati.—