Le manovre della corrente anti-Elly. Cinquestelle. Appendino “boccia” Gribaudo, fedelissima della segretaria

Ettore biffano

Alberto Cirio, il presidente della giunta regionale del Piemonte uscente, ha già la vittoria in tasca nelle urne di giugno: per sé e per il centrodestra. E a consacrarlo, è stato ieri Mauro Laus, deputato del Pd e ras della corrente che, sotto la Mole, agisce come una vera e propria “azienda” ed è all’opposizione di Elly Schlein. Sferrando un colpo basso in una violentissima intervista alla Stampa, concessa proprio alla vigilia dell’incontro che oggi vedrà Pd e 5S locali alla ricerca di un sempre più improbabile “campo largo”.
Laus, tuttora sotto inchiesta penale per le vicende legate alla Rear – potentissima cooperativa del settore museale pubblico che ha fondato e che gli garantisce un consenso elettorale blindato – si è scagliato infatti contro la sua collega di partito, la deputata cuneese Chiara Gribaudo, accusandola addirittura di “infettare il Pd” e di essere il vero ostacolo per un’intesa col M5S, guidato dalla ex sindaca Chiara Appendino. Una tesi un po’ bislacca e che, come in una mano di poker farlocca, significa proprio l’esatto l’opposto di ciò che Laus vorrebbe far credere. Da oltre un anno e mezzo, il ras dell’“azienda” spinge perché il Pd corra da solo, conscio della forza di Cirio e spalleggiato dal fido sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che condivide con lui l’avversione per M5S e Appendino. Per Laus, l’unico candidato è un altro suo protetto: Daniele Valle, capogruppo del Pd in Consiglio regionale.
Il disegno è evidente: eleggere il maggior numero di consiglieri di minoranza possibili e riappropriarsi, dopo la sconfitta alle Regionali e il tramonto di Schlein, del controllo del Pd piemontese, traballante dopo le traversie giudiziarie del suo ras. L’ostacolo a tutto ciò, nei mesi scorsi, è stata proprio Gribaudo: che prima ha proposto di sospendere le primarie per la scelta dell’anti-Cirio, poi ha dichiarato la propria disponibilità a correre contro il centrodestra. Per favorire l’intesa nazionale con i 5S e con qualche chance in più di ottenere un via libera, soprattutto da Appendino, di quante non ne abbia Valle. In realtà, la svolta non c’è stata: le simpatie dell’ex sindaca (ora deputata) per la sua collega dem non sono sbocciate, mentre gli stessi dirigenti locali del M5S hanno mostrato freddezza. Così Gribaudo, con una capriola politica, ha provato a riproporre le primarie, senza mai riuscire però a fugare il sospetto che ogni sua mossa fosse invece mirata a ottenere una candidatura alle Europee. Un guazzabuglio su cui Laus è saltato sopra, intravedendo il realizzarsi del suo disegno originario e cercando di addossarne tutte le colpe a Gribaudo.
Con effetti abbastanza probabili per il tavolo Pd-M5S di oggi: scatenare una tensione che potrebbe agevolare lo smarcamento di Appendino. Un rischio che, ieri, ha spinto persino i parlamentari torinesi della sinistra Pd ad alzare finalmente la testa: “Un bel tacer non fu mai scritto”. E con alle viste una sconfitta annunciata per tutti e una piccola vittoria, invece, per i magheggi di Laus e Lo Russo, il sindaco Pd che magnifica sempre la concordia istituzionale con Cirio, sperando nella non ostilità della destra nella scalata al vertice nazionale dell’Anci. Se dovesse succedere, sarebbe l’en plein: non per il Piemonte, ma per l’“azienda”.