
DOPO LE POLEMICHE DIMISSIONI DEL CAPOGRUPPO TOTIANO NON SI PLACA LA TEMPESTA POLITICA IN LIGURIA PATTO CONFERMATO TRA L’EX MINISTRO E IL GOVERNATORE CHE GLI CHIEDE LUMI SUL FUTURO DELLA COALIZIONE
il retroscena
Marco Menduni
Ogni giorno l’ex ministro e oggi sindaco di Imperia Caudio Scajola, protagonista dei primi successi di Forza Italia, risponde a molte chiamate. Politici più o meno insospettabili gli chiedono un consiglio o un parere sulle vicende della Liguria.
Nei giorni scorsi ha ricevuto una telefonata dai toni un po’ preoccupati da Giovanni Toti. È arrivata dopo la decisione di Angelo Vaccarezza di dimettersi da capogruppo della lista del presidente, seguita dal suo avvicinamento a Forza Italia. Scajola ha risposto a Toti con toni tranquillizzanti: «Noi dobbiamo andare avanti». Usando appunto il noi, come per ribadire la solidità di un patto ormai d’acciaio dopo che sono state seppellite le asperità di un’epoca ormai (politicamente) lontana. Il senso era questo: io, Scajola, ci sono e non ti abbandono.
Quale fosse l’intendimento del governatore con questa chiamata è facile intuirlo. Nei giorni scorsi si sono susseguiti i boatos. L’iniziativa di Vaccarezza sarebbe partita già qualche giorno dopo Ferragosto, con una cena in un ristorante di Laigueglia, con commensali savonesi, imperiesi e piemontesi. Obiettivo: ricostruire un partito moderato dalle ambizioni nazionali o almeno con un respiro che coinvolga tutto il Nord Ovest.
C’era anche Claudio Scajola. Che oggi si sfila da queste ricostruzioni e dice: quel che ho da fare lo faccio pubblicamente. Ribadisce l’ex ministro oggi sindaco di Imperia alle persone vicine: queste sono scaramucce, le elezioni regionali sono lontane e sarà un’altra era, in mezzo ci sono le Europee e in Liguria quelle a Sanremo e a Rapallo.
Partita chiusa? Proviamo a fare un passo indietro. Quando il 14 giugno sono stati celebrati nel Duomo di Milano i funerali di Silvio Berlusconi, Scajola è stato accolto con stima e grande affetto: strette di mano, abbracci, conversazioni fitte. Non si è sottratto alle proposte di “dare una mano” al suo vecchio partito.
Scajola conserva ancora un nome e una leadership importante: alle assemblee dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, c’è la fila per stringergli la mano. E tutto un mondo che si è aggregato in questi ultimi anni intorno a Toti preme per potergli parlare. Riservatamente. Molto riservatamente.
Il governatore, da parte sua, si interroga sul futuro. Ancora non è chiaro come finirà il dibattito nazionale sul terzo mandato, che potrebbe determinare la necessità di trovare situazioni del tutto nuove. Molto dipenderà anche dai risultati della prossima sfida amministrativa che vede alle urne in Liguria 124 Comuni su 234. Poi c’è la peculiarità della provincia di Savona. Unica che vede il sindaco del capoluogo in mano al centrosinistra con Marco Russo. Le ipotesi sul rigassificatore e sul termovalorizzatore hanno determinato nuove tensioni e polemiche.
Quale potrebbe essere il progetto di Angelo Vaccarezza? C’è chi inizia a sospettare che la sua mira possa essere rappresentata proprio dalle Europee. C’è da combattere, è vero, in un collegio enorme. Ma Vaccarezza è da sempre legato ad Alberto Cirio, il presidente del Piemonte. Se da quella regione arrivasse ro delle preferenze, e riuscisse a fare qualche accordo in Lombardia, dove nel Milanese e in Brianza esiste ancora un nucleo forzista, potrebbe avere delle chance. E potrebbe averle solo in Forza Italia.
Quale potrebbe essere il ruolo di Scajola in questa vicenda? Anche il sindaco di Imperia ha rapporti stretti con Cirio, soprattutto sul tema dei collegamenti tra le due Regioni.
L’isolamento della sua città sotto il profilo dei collegamenti è stato un tema forte dello stesso Scajola nell’ultima campagna elettorale.
Progetto alternativo di Vaccarezza: tornare in Consiglio regionale alla prossima tornata ma questa volta sotto il vessillo di Forza Italia, portando con sé un po’ di eletti azzurri. È un dibattito, quello sul futuro dell’ormai ex capogruppo, che ha trovato eco anche a livello nazionale in Forza Italia. «Se Vaccarezza – spiega una fonte del partito – ambisce a qualche altra candidatura, quella con Toti non può essere più una casa che gli dà garanzie».
L’ammissione è onesta: «A suo vantaggio, se vuol correre alle Europee, c’è la penuria di nostri candidati che possano fare il pieno di preferenze. Il panorama è piuttosto scadente. Al momento l’unica persona che può farcela è Massimiliano Salini e quindi Vaccarezza potrebbe pensare: me la gioco». —
