NUOVO VERTICE DEL CENTROSINISTRA, L’EX SINDACA GUIDERÀ LA DELEGAZIONE 5S

paolo varetto
torino
Nelle trattative per immaginare un’alleanza Pd-5 Stelle alle regionali piemontesi irrompe il fattore A. Per guidare la delegazione pentastellata nel nuovo vertice in programma la prossima settimana ci sarà infatti Chiara Appendino, numero due del Movimento, ma soprattutto ex sindaca di Torino, ruolo oggi ricoperto da Stefano Lo Russo. Sarà lei, che con il suo successore non ha mai avuto rapporti semplici né distesi, tra una opposizione politica ferocissima che dal Consiglio comunale si è poi spostata in Procura e quindi in tribunale, a dare le carte che dovrebbero propiziare la fioritura del campo largo. Anni senza esclusione di colpi: tanto, troppo per essere dimenticato, come ha ammesso il deputato del M5s Antonino Iaria, che di Appendino fu assessore all’Urbanistica: «Tutte le decisioni del passato influiscono sul futuro».
Se il primo round del 4 gennaio ha preparato il terreno, affrontando più questioni di metodo politico che di merito, l’incontro del 19 gennaio (doveva tenersi due giorni prima, ma è stato posticipato appunto per garantire la partecipazione di Appendino, altrimenti impegnata nei lavori parlamentari) dovrà affondare la lama nella carne viva dei temi programmatici. Che non mancano, come a non mancare sono le differenze di vedute tra le due principali opposizioni a Giorgia Meloni e quindi ad Alberto Cirio. C’è la grande questione della sanità, che deve essere sì pubblica ed efficiente, ma con sfumature diverse. Il Pd (almeno con uno dei suoi due candidati in pectore, il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle) non vede nel privato il demonio. I 5 Stelle, con la coordinatrice piemontese Sarah Disabato, condanna tanto la gestione di Cirio quanto quella di Sergio Chiamparino sull’edilizia sanitaria, ai loro occhi troppo indulgente verso chi non è Ssn.
Sul piatto ci sarà poi la più identitaria di tutte le battaglie, quella Tav che in Piemonte fu per il Movimento quasi atto costitutivo, «opera inutile e dannosa» per la quale invece i dem hanno sempre fatto il tifo, a Torino come a Roma. Infine c’è il convitato di pietra dell’irriducibile antipatia tra Appendino e Lo Russo. La presenza dell’ex sindaca al tavolo al quale parteciperanno anche Paola Taverna per i 5 Stelle e, tra gli altri, il segretario piemontese dei dem Domenico Rossi con il responsabile nazionale Enti locali Davide Baruffi, potrebbe sciogliere definitivamente il nodo. In un modo o nell’altro. Del resto fu l’ex sindaca, in un confronto con l’altra candidata in pectore del centrosinistra, la vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo, a denunciare senza tentennamenti che «a Torino c’è un problema, perché Lo Russo è il primo sponsor di Cirio». Stroncatura di una concordia istituzionale che a Palazzo Civico è difesa come uno dei tratti distintivi dell’appeasement sabaudo, ma che è mal tollerata un po’ in tutto il Piemonte della base grillina. Una delle grandi questioni sollevate il 4 gennaio ruota attorno a questo interrogativo: noi sui territori sosteniamo i candidati democratici, e loro che fanno per noi? Domanda che dopo dieci giorni di incontri nelle province ancora non ha trovato risposta nella dirigenza dem. —