IL TERREMOTO NELLA POLITICA LIGURE

Mario De Fazio
Emanuele Rossi

Al primo consiglio regionale del 2024 il centrodestra ligure viene scosso da un terremoto: Angelo Vaccarezza si dimette da capogruppo della Lista Toti, quella del presidente della Regione. Lo fa con un intervento plateale, in apertura di consiglio, spiegando di «non avere più la fiducia del gruppo», ma anche ribadendo la sua adesione al centrodestra e alla maggioranza.
Toti assiste impietrito, a riprova del fatto che il gesto del suo capogruppo non era stato annunciato (era stato comunicato pochi minuti prima in ufficio di presidenza ai colleghi capigruppo) e anche i consiglieri della lista Toti appaiono smarriti. Vaccarezza poco dopo lascia l’aula, che nel frattempo accoglie come nuovi consiglieri Barbara Ratti della lista Toti, al posto del defunto Sauro Manucci di FdI, e Sonia Viale della Lega, che torna in via Fieschi per le dimissioni di Alessio Piana, nominato assessore allo sviluppo economico. «Chiedo di passare tutte le incombenze al vicecapogruppo Giovanni Boitano, in attesa che venga nominato il nuovo capogruppo – annuncia Vaccarezza in aula – Che questo passo sia doveroso per le vicende che sono avvenute a fine dello scorso anno: nell’ultimo ufficio di presidenza sono stato messo fuori gioco dal mio partito, non ho votato un articolo del collegato alla legge di bilancio, la logica conseguenza è rimettere il mandato». Nello specifico il punto di rottura si è verificato sulla legge che regolamenterebbe i servizi funebri in Liguria, voluta da Vaccarezza e rinviata su pressing dei consiglieri spezzini (anche arancioni) perché danneggerebbe le pubbliche assistenze che fanno anche trasporti funebri presenti in quel territorio.
Al netto delle motivazioni annunciate e dell’invariata maggioranza, per i rapporti nel centrodestra ligure si tratta di una forte scossa: Vaccarezza è stato sindaco di Loano e presidente della Provincia di Savona sino al 2014, poi eletto in consiglio regionale con Forza Italia e passato con gli arancioni di Toti nel 2019. È stato il consigliere più votato in provincia di Savona e per Toti è sempre stato il riferimento per quel territorio, oltre che il coordinatore regionale della lista del presidente, che nel 2020 fece il pieno di voti anche grazie a ex forzisti come Vaccarezza e Lauro. Insomma, un vero big degli arancioni, ma questo non gli aveva aperto le porte della giunta: Toti aveva preferito farne il perno degli arancioni in Consiglio regionale. Il suo addio è anche un segnale di debolezza della giunta in un territorio, come la provincia di Savona, dove si sono accumulati dossier delicati e contestati a livello locale: il rigassificatore di Vado Ligure, l’ipotesi di un termovalorizzatore in Valbormida, le difficoltà in ambito sanitario ad Albenga.
Chi prova a ridimensionare il coup de théâtre di Vaccarezza è il governatore Giovanni Toti: «Umanamente sono un po’ deluso, politicamente invece sono perplesso perché non ho capito le motivazioni – replica il governatore – Vaccarezza avrà avuto qualche delusione ma in politica si gioca in squadra, quando si è in testa alla classifica voler fare i protagonisti non fa bene alla squadra». Poi aggiunge: «Non ne sapevo nulla, ma non cambiano i numeri della maggioranza. Almeno la buona educazione di informare non tanto il presidente della Regione ma i suoi colleghi del gruppo comunque poteva averla».
Per il ruolo di nuovo capogruppo si parla del rivale Alessandro Bozzano (ex sindaco di Varazze) mentre il ruolo di portavoce-coordinatore regionale degli arancioni sarà sempre più delegato alla deputata Ilaria Cavo. E secondo i rumors dei consiglieri di maggioranza già a novembre l’insofferenza di Vaccarezza sarebbe montata quando Toti ha annunciato che Cavo sarebbe stata la coordinatrice regionale per Noi moderati, il partito di Toti e Lupi in parlamento. «Mi dispiace, bisogna cercare ciò che ci unisce e non che ci divide e parlarci di più, spero che Angelo ci ripensi perché è un ottimo capogruppo ma rispetto la sua decisione, evidentemente sintomo di un malessere», commenta a caldo la consigliera arancione Lilli Lauro.
Ora resta da capire quale sia lo scenario, per la maggioranza: alla finestra, evidentemente interessata dagli sviluppi della vicenda, c’è soprattutto l’area di Forza Italia. Vaccarezza è un berlusconiano di ferro e ha sempre coltivato buoni rapporti con il presidente del Piemonte Alberto Cirio. Già a fine settembre non passò inosservata la sortita dell’ex presidente della Provincia di Savona a Paestum, all’evento organizzato dagli azzurri per ricordare Silvio Berlusconi. In quella occasione, Vaccarezza ebbe modo di andare a cena con Cirio ma anche con due ministri forzisti come Paolo Zangrillo e Gilberto Pichetto Fratin.
C’è di più. Il peso di Vaccarezza non è soltanto nella provenienza – il Savonese, area dove il totismo è già in crisi – e nel consenso personale. L’ormai ex guida della lista Toti può contare su una rete di amministratori fedelissimi, che potrebbero spostarsi con lui verso i lidi azzurri: il presidente della Provincia Pierangelo Olivieri, o sindaci come Paolo Lambertini di Cairo o Luca Lettieri di Loano. A riprova di un interesse non virtuale ci sono le parole di Carlo Bagnasco: «Ne discuteremo presto anche con il nostro leader Antonio Tajani – annuncia – Non c’è stata alcuna richiesta, sia chiaro. Ma Forza Italia è un movimento inclusivo e aperto a tutti coloro che condividono i nostri valori, come dimostra il caso di Letizia Moratti». L’ex ministra e sindaca di Milano è infatti rientrata in Forza Italia dopo essersi candidata con Azione e Italia viva alla guida della Lombardia. Il ritorno di Vaccarezza, ex colonnello totiano, per i forzisti sarebbe un colpaccio. E rappresenterebbe una potenziale inversione nella tendenza che da anni vede esponenti di Forza Italia verso l’area del governatore ligure. —