Stefano Patuanelli “Il governo è supino all’Europa Mes e Patto un doppio fallimento” “
ALESSANDRO DI MATTEO
ROMA
Il governo Meloni è «privo di coraggio», la manovra «non stimola la crescita», è fatta prevalentemente di provvedimenti «provvisori» e la premier ha incassato un «doppio fallimento, sul Mes e sul “Pacco di stabilità”». Stefano Patuanelli, ex ministro e capogruppo M5s al Senato, boccia la legge di bilancio e aggiunge: «Bisogna avere capacità di incidere ai tavoli europei. La Meloni invece ha supinamente accettato la decisione di Francia e Germania sul patto di stabilità…».
Hanno provato a usare il Mes come strumento per negoziare sul patto di stabilità…
«E hanno ottenuto un doppio fallimento. La premier ha sbagliato totalmente la strategia, non ha ottenuto nulla su quello che noi chiamiamo “Pacco di stabilità”, la sua minaccia non ha portato da nessuna parte. Le nuove regole porteranno a un lungo periodo di lacrime e sangue, se dovremo davvero fare tagli da 10-15 miliardi l’anno nei prossimi anni. E il loro no al Mes è stato una ritorsione a giochi fatti che non porterà nulla di buono. Anzi, rischiamo una contro-ritorsione. Vedo un Paese isolato, ridicolizzato dai partner. Non ci si può mostrare muscolari su alcuni temi, schierandosi con i paesi di Visegrad, e poi chiedere il supporto di Francia e Germania sui temi economici. La premier si dimostra assolutamente incapace in politica estera».
A proposito di Mes sulle accuse della premier a Conte si pronuncerà il giurì d’onore. Cosa vi aspettate?
«Non accettiamo lezioni da Giorgia Meloni. Nelle sue parole ci sono elementi oggettivi di menzogna: ha detto che era stato dato l’ok senza mandato parlamentare, invece c’era dal dicembre 2020. E poi la data, che risulta dal fax che ha mostrato: la premier aveva in mano la prova della sua menzogna. Credo ci siano tutti gli elementi per una mozione di censura della deputata Giorgia Meloni. Ed è inaccettabile che la presidente del Consiglio menta in aula».
Ma, disputa con la premier a parte, allora perché avete detto no se avete votato il mandato nel 2020?
«Il mandato parlamentare al presidente del Consiglio che abbiamo votato riguardava la fase in consiglio dei ministri, non la ratifica. Poteva diventare “moneta di scambio” col patto di stabilità, il legame tra i due dossier l’aveva posto Conte e abbiamo visto come è andata sul patto di stabilità. Ma se fosse stato presidente del Consiglio Conte, secondo me, le cose sarebbero andate diversamente. Non ho la controprova, ma ho il precedente del Pnrr».
In tutto questo Fi, sconfitta sul Mes, chiede la proroga del Superbonus e si parla anche di una “mini-sanatoria”.
«Mi aspetto coerenza dal ministro Giorgetti. Se il Superbonus è il “male assoluto di questo Paese” come ha detto la premier immagino non ci sarà nessuna proroga. Lo ritengo un errore, è la misura che ha salvato il Paese e che ha portato l’Italia ad una crescita record del Pil».
Come M5S avete presentato 300 emendamenti, ma la manovra di fatto è blindata.
«In questa legge di bilancio manca la visione del Paese. Gli emendamenti saranno tutti bocciati in aula, ma sono un esercizio politico giusto, ancorché inutile. È la prima volta che una legge di bilancio passa senza emendamenti di maggioranza, la richiesta della Meloni di non presentare correzioni vuol dire che la premier non si fida dei suoi».
Va in soffitta il reddito di cittadinanza, un vostro simbolo.
«Va in soffitta una misura universale di sostegno al reddito in una fase in cui aumentano le disuguaglianze, strumento che era piccola boa di salvataggio per tante famiglie. Con un moto totalmente ideologico questo governo annulla quanto il nostro governo aveva fatto per aiutare chi aveva come alternativa la Caritas».
C’è stata questa telefonata con Di Maio? L’ex ministro dice di sì…
«Io posso dire di non averlo chiamato. Gli ho mandato un messaggio di auguri in questi giorni, l’ho incrociato al Quirinale giovedì, ci siamo salutati come sempre ma non l’ho sentito. Credo abbia fatto la scelta di allontanarsi dalla politica, rispetto la sua decisione». —

