IL GOVERNATORE TOTI: LA LIGURIA SI ADEGUA A QUELLO CHE DECIDE IL GOVERNO
giovanni vaccaro
SAVONA
Sul controverso tema del rigassificatore può bastare una scintilla per far detonare una reazione a catena nel Savonese. La disponibilità a ospitare eventualmente l’impianto di Snam Fsru, manifestata dal sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, ha subito fatto alzare le antenne a esponenti politici, comitati e associazioni contrari al progetto nella rada di Savona-Vado. L’apertura da parte del Comune sull’Adriatico, però, risale ad alcuni mesi fa, mentre ad oggi Snam sta portando avanti il progetto per portare nel Savonese, entro la fine del 2026, la nave Golar Tundra (che ospita a bordo il rigassificatore).
Il ministro Pichetto Fratin si è affrettato a smentire l’ipotesi: «Non c’è nessuna intenzione del gverno di ricollocare da Vado a Ravenna il rigassificatore che oggi si trova a Piombino. Ipotesi priva di fondamento». Il governatore ha aggiunto: «Il piano energetico è nazionale e se il governo dovesse decidere di spostare l’impianto, noi ne prenderemmo atto».
Sul territorio, invece, si è riaccesa la speranza di un passo indietro da parte della politica. I sindaci di Savona, Albissola, Bergeggi e Quiliano si sono apertamente schierati contro il trasferimento a Savona-Vado del rigassificatore, oggi nel porto di Piombino. «A fronte delle criticità ampiamente segnalate – è intervenuto il sindaco di Quiliano, Nicola Isetta – l’unica possibilità che hanno Snam e il commissario Giovanni Toti è di ritirare il progetto. Non si tratta di adeguare le misure di compensazione, questo progetto non è compatibile».
L’opposizione in consiglio regionale, per voce del consigliere del Pd Roberto Arboscello (ex sindaco di Bergeggi), incalza Toti: «A Savona-Vado non ci sono le condizioni economiche, ambientali e sanitarie per accogliere il rigassificatore. Anche a livello tecnico lo spostamento a Ravenna sarebbe meno difficile, per strutture già esistenti e profondità dei fondali più adatte».
Il problema è che il progetto di Snam Fsru è calibrato proprio sulla rada di Vado, non su Ravenna. I comitati, uniti nella rete che si oppone al rigassificatore, non demordono e rilanciano le condizioni più favorevoli di Ravenna: distanza di 8,5 chilometri dalla costa, fondali poco profondi e con onde ridotte, disponibilità degli amministratori locali, presenza di altri impianti e di un altro rigassificatore, sempre di Snam, che arriverà tra un anno a bordo della nave BW Singapore per entrare in funzione nel 2025.
Comitati e associazioni ribadiscono i tre principali problemi del progetto: vicinanza alle case (2,8 chilometri), elevato traffico di altre navi nell’area che dovrebbe ospitare l’ormeggio della Golar Tundra, rischi per la violenza delle mareggiate.
Dal punto di vista tecnico si tratta di aspetti che Snam Fsru indica come non ostativi. Di fatto l’unico ostacolo è la resistenza da parte del territorio.—

