IL DIRETTORE GENERALE BOTTARO: «CODE GENERATE DA 8 SPECIFICHE PRESTAZIONI» IL TEMA DELLE PRESCRIZIONI FAI DA TE E DELL’ORGANICO CARENTE NEI PRONTO SOCCORSO


Il caso
Emanuele Rossi
«Non nascondo gli elementi di preoccupazione. L’organico del pronto soccorso è il primo, la situazione delle liste d’attesa è la seconda, ma ci sono otto prestazioni che creano il grosso delle code e su quelle dobbiamo agire in maniera mirata». Nella sua torrenziale relazione, nel corso della “giornata della trasparenza” dell’Asl 3 alla Sala Quadrivium, il direttore generale Luigi Carlo Bottaro individua i punti deboli nell’attività della principale azienda sanitaria della Liguria e dei suoi 5.300 dipendenti (inclusi i convenzionati).
E c’è un tema che lega i due campi di sofferenza, secondo Bottaro: l’appropriatezza. Le richieste “fai da te” al Cup ingolfano le liste così come chi va al pronto soccorso non per emergenza ma perché non sa come trovare una risposta altrove, sul territorio. Ed è proprio con l’attività territoriale che Bottaro e la Asl3 provano ad affrontare almeno una parte del problema: «I pazienti cronici devono uscire dalle visite non con una richiesta, ma con un appuntamento fissato», sintetizza Bottaro: più pazienti presi in carico con i piani diagnostico-terapeutici e quindi con gli esami programmati significa meno ricorso al Cup e al pronto soccorso, ma anche meno ricoveri impropri: «Noi non abbiamo posti letto per il diabete o per lo scompenso cardiaco, vanno gestiti a casa», dice Bottaro. Un esempio virtuoso, per il direttore della Asl, è quello dell’ambulatorio di diabetologia «multimediale e multidisciplinare» alla Fiumara. Dove il paziente seguito dal diabetologo può ottenere in diretta un consulto con altri specialisti. Un modello che secondo il direttore generale ha permesso di evitare 700 richieste di visite. E che ora si vuole riproporre su un campo in cui la Liguria, regione più anziana d’Italia, è terra di frontiera: la geriatria. «Ho fatto il medico di famiglia e so bene che ci sono tanti pazienti anziani e con vari problemi che diventano ingestibili dai medici di base: i due terzi delle richieste Cup sono da anziani e cronici. A quel punto per evitare di prescrivere di continuo si chiede un ricovero. Oppure il paziente va da sé al pronto soccorso e ci rimane delle ore», sostiene Bottaro. «Noi invece vogliamo che questi pazienti vengano presi in carico da un poliambulatorio geriatrico, dove il geriatra stili un percorso terapeutico personalizzato. Sono sicuro che 9 pazienti su dieci non finiranno più in ospedale». Il primo ambulatorio di questo tipo partirà nel 2024 nel Golfo Paradiso, dice Bottaro, «e l’obiettivo è averne uno per distretto».
Nel corso della relazione, però, il direttore generale ha anche dato i numeri dell’incremento di prestazioni realizzato dalla Asl 3 nell’anno in corso (primi dieci mesi): sono raddoppiate le gastrocolonscopie, «ma non basta», +8% gli interventi di urologia, +3,4% i ricoveri complessivi in ospedale, +17% di visite ambulatoriali. Il grosso cruccio resta il pronto soccorso del Villa Scassi, in sofferenza per l’addio di molti medici. «Stiamo studiando le soluzioni, con l’assessore Gratarola, l’unico modo è un coordinamento metropolitano più spinto con Galliera, San Martino, Evangelico. Per arrivare a una sorta di “pronto soccorso metropolitano diffuso”».
Intanto, oggi anche la Asl 3 sarà interessata dallo sciopero dei medici dei sindacati Anaao-Assomed e Cimo e degli infermieri del Nursing Up per protestare contro la manovra del governo. Il presidente della Regione Giovanni Toti, intervenuto al convegno della Asl 3, riconosce le criticità sulle liste di attesa ma invita tutti a ripensare l’organizzazione della sanità nel suo complesso: «Nella legge di bilancio che sto per portare in consiglio ci sono molti milioni dedicati proprio a questo. Ma i soldi non sono l’unico fattore di questo complicato incastro: c’è la difficoltà a trovare alcune tipologie di medici, c’è il tema di poter pagare alcune prestazioni straordinarie che oggi sono calmierate. Abbiamo bisogno che anche il parlamento a Roma ci dia una mano». —