RIFORMA PER L’ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI E GLI STIPENDI DELLE FIGURE APICALI: PER I DIRETTORI AUMENTI DI OLTRE 10 MILA EURO PREVISTE PIÙ POLTRONE E NUOVE FIGURE, TANTE LE PROGRESSIONI. L’ASSESSORE FERRO: «UN INTERVENTO INDISPENSABILE»
il retroscena
Roberto Sculli / Genova
Stipendi più alti per tutti, in particolare per le figure apicali, promozioni a pioggia, l’introduzione di una qualifica nuova di ze c ca – i direttori di unità organizz ativa, sorta di super-dirigenti – e di figure dirigenziali inedite a tutti i livelli, che equivalgono a nuove poltrone. La Regione Liguria l’ha approvata senza clamori, ma è questo il senso della più profonda riorganizzazione del personale introdotta dall’ente da anni a questa parte.
Il riordino è concentrato sulla parte alta della piramide, i dirigenti. Quelli che, semplificando un po’, si potrebbero definire gli alter ego della giunta guidata da Giovanni Toti. La macchina che redige (e firma, assumendosene la responsabilità) gli atti che fanno funzionare la Regione e concretizzano gli input politici della giunta. La riorganizzazione è stata esaminata e avallata dalla giunta regionale con una delibera proposta dall’assessore al Personale Simona Ferro, che ha fatto proprio il lavoro della direzione centrale Organizzazione guidata da Nicola Poggi.
È l’ultimo step di un percorso avviato a novembre 2022 (delibera 1128), quando la stessa giunta decise di ridisegnare l’assetto delle strutture, istituendo anche una commissione composta da due alti dirigenti interni e un componente esterno per valutare come procedere. Due gli obiettivi: ridisegnare l’articolazione degli uffici e attribuirne quella che in gergo si dice “pesatura”, cioè il valore economico attribuito a quello specifico ruolo alla luce di competenze, carichi di lavori e livelli di responsabilità. Occorre un chiarimento: gli stipendi dei dirigenti pubblici (in alto c’è il dettaglio di quelli erogati nel 2022, ante riordino) si compone di tre pezzi: il tabellare , uguale per tutti e fissato dal contratto nazionale; la posizione legata al ruolo; il premio , che pesa fino a circa il 30% del totale dello stipendio, legato al raggiungimento di particolari obiettivi. Il netto si aggira attorno al 55% delle cifre lorde.
A una prima analisi il riordino deciso dalla giunta appare piuttosto generoso. Guardando alla retribuzione dovuta per la posizione, a parità di ruolo gli aumenti oscillano tra poco meno dell’8% a oltre il 25%. In cifre, i direttori generali centrali beneficiano di un aumento poco oltre 11 mila euro lordi, co sì come i direttori generali di area. Poco oltre 10 mila in più spetteranno ai direttori generali. È di 3.200 euro l’aumento per i dirigenti alla base dell’organigramma: i responsabili di settori, servizi e uffici. Discorso a parte meritano i direttori di unità organizzativa, figure nuove. Chi dovesse passare a questo livello dai tre di base, farebbe anche un salto economico: dai 3.200 di stipendio di posizione passerebbero a 10.915 euro. E gli aumenti, a meno di ritocchi nel meccanismo di assegnazione, peserebbero a cascata anche sui premi: per le quattro categorie di direttori vorrebbero dire ulteriori soldi, in una forbice tra i 3000 e i 3415 euro, e poco meno di mille per gli altri.
Sono tre le gradazioni individuate per i direttori generali: ai ruoli più pagati spetteranno 96.115 euro per la sola posizione; subito dietro, si scende a 89.965, per arrivare a un minimo di 71.029. Da notare che il riordino è generoso anche sul fronte delle promozioni: i direttori generali tendono a diventare i più pagati direttori generali d’area e i vicedirettori (figura di recente introduzione e spesso contestata da chi li considerava una ingiusta diminutio ) diventano direttori generali.
I “prìncipi” sono peraltro già definiti. Dei dodici direttori generali, due beneficiano del primo livello: sono Nicola Poggi direttore centrale Organizzazione, e Claudia Morich, responsabile di Finanza, Bilancio e Controlli, che peraltro avevano già beneficiato di diversi ritocchi in tempi recenti. Il livello 2, invece, è assegnato ad altri tre alti funzionari regionali: i direttori delle aree Sviluppo economico, Gabriella Drago, Salute e servizi sociali, Roberta Serena, e Sviluppo e tutela del territorio, infrastrutture e trasporti, Gabriella Rolandelli.
Al contempo aumentano i posti. Il nuovo organigramma prevede infatti numerose nuove figure dirigenziali e vede in particolare un proliferare di Unità specialistiche, parte delle quali legate alla gestione del Pnrr. Nella pratica rischiano di diventare delle scatole con a capo un dirigente che comanda se stesso o pochi altri. Per individuare gli assegnatari dei ruoli sono previste delle selezioni: la prima si è chiusa a tempo di record, mercoledì scorso. Quasi come se l’ente pubblico avesse già le idee assai chiare sulle persone da premiare.
«La riorganizzazione delle strutture interne – dichiara Ferro – è un passaggio indispensabile per garantirne la migliore efficienza, anche in relazione alla fase più importante degli interventi di nostra competenza finanziati dal Pnrr. Le nuove strutture sono quindi funzionali e indispensabili per coordinare al meglio le crescenti attività legate a infrastrutture o ambiente. E la retribuzione di pozione del personale assegnato a queste strutture è in realtà incrementata di circa il 5% della retribuzione complessiva lorda di un dirigente. In sintesi, i dirigenti regionali nel loro insieme avranno una retribuzione fissa più elevata e una variabile nettamente inferiore, ma sempre in linea con le percentuali da rispettare ai fini della premiazione della performance ». —


