DI FRONTE AL TAR PER IL RICORSO CONTRO LE NUOVE REGOLE DI TUTELA AMBIENTALE

Mauro Camoirano
cairo
Ricorso dell’Italiana Coke, gli enti pronti a dare battaglia sulle misurazioni delle emissioni ai camini.
Un passo indietro. Dopo una lunga battaglia legale, approdata sino al Consiglio di Stato, l’Italiana Coke è costretta ad accettare le Sme (misurazioni in continuo delle emissioni ai camini) imposte nel rinnovo dell’Aia del 2019. In sostanza, un costante report di cosa esce dalle ciminiere dei forni. Passano i mesi per installare e tarare il sistema: tempi tecnici dovuti, secondo l’azienda, ennesima dilatazione, secondo gli ambientalisti. Comunque sia, alla fine i dati iniziano ad arrivare, ma il sistema registra sforamenti, che l’azienda motiva di volta in volta con fasi di manutenzione, cambi di tipologia di coke ed altri eventi. La Provincia, titolare dell’Aia rilasciata alla cokeria, allora predispone con atto dirigenziale un regolamento che fissa dei parametri: dai tempi massimi per le manutenzioni; ad un protocollo per avvertire gli enti di tali interventi; all’annullamento della “zona franca” pretesa dall’azienda per non considerare i dati, in caso di cambio di tipologia di coke. L’azienda non ci sta: tali paletti renderebbero la gestione dell’impianto impossibile, e certe imposizioni potrebbero essere oggetto di un ulteriore modifica dell’Aia, ma non di un semplice provvedimento dirigenziale. Quindi ricorre al Tar.
Commenta, il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini: «Vogliamo che la qualità dell’aria a Cairo migliori. Questo è l’obiettivo del rinnovo dell’Aia più stringente rispetto al passato; e questo è l’obiettivo delle regole fissate dalla Provincia e respinte da Italiana Coke. Che senso ha aver ottenuto, con una sentenza del Consiglio di Stato, i monitoraggi ai camini se poi non si pongono delle regole affinché quei monitoraggi illustrino la reale situazione? Purtroppo, con questa ennesima battaglia legale voluta dall’azienda, non si fa che congelare l’attuale situazione di emissioni, ma il fronte degli enti è unito per portare avanti tale battaglia». Lo conferma anche il presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri: «Considerati i precedenti, il ricorso non ci ha stupito. Ci muoveremo con un coordinamento totale con Comune, Arpal, Asl e Regione, e già la prossima settimana auspico di poter organizzare un tavolo. Non ci dimentichiamo la valenza occupazionale e strategica di Italiana Coke, ma la partita sull’ambiente deve arrivare ad una conclusione, e lo potrà fare solo se si impongono regole che rendano i monitoraggi realmente corrispondenti alla situazione».
Dall’associazione “Progetto vita e ambiente”, ironica Nadia Bertetto: «No, l’ironia, mentre gran parte di Cairo continua ad essere ostaggio di miasmi e puzze, è sentire un’azienda vetusta come quella lamentarsi della troppa burocrazia che imporrebbe la Provincia, rallentando i loro sforzi nelle azioni di manutenzione per migliorare l’impatto ambientale». —