IL COLLOQUIO

niccolò carratelli
roma
Guido Crosetto è un «irresponsabile». Giorgia Meloni è «un’ipocrita». Giuseppe Conte, parlando con La Stampa, affonda il colpo contro il ministro della Difesa, dopo le sue affermazioni sul pericolo di «un’opposizione giudiziaria» al governo, ma in realtà mette nel mirino la premier. «Vedo che Crosetto cerca di sminuire la portata delle sue affermazioni dicendo che ha espresso solo una preoccupazione – spiega il presidente M5s -. Se fosse così, saremmo di fronte a una chiara irresponsabilità da parte di un ministro di peso come quello della Difesa, che non può fare certe dichiarazioni con leggerezza». D’altra parte, sottolinea l’ex premier, Meloni non può fare finta di niente, è «intollerabile anche l’ipocrisia di Palazzo Chigi, che già in estate aveva sferrato un grave attacco contro la magistratura – avverte -. Ormai ci siamo tristemente abituati ai complotti immaginari, con cui si prova a distogliere i cittadini dalla vera emergenza: un governo che taglia sanità e pensioni, aumenta le tasse per i cittadini e accarezza le banche».
Un silenzio, quello di Meloni, che suona stonato anche su un altro tema sensibile, soprattutto per la prima presidente del Consiglio donna. «C’è stata una mobilitazione in tutta Italia, e in particolare a Roma, con una partecipazione affollatissima come non vedevamo da anni – ricorda Conte -. E Meloni tace. La prima parola ha scelto di dirla soltanto oggi, con un post per strumentalizzare un atto isolato, che noi condanniamo, ma che non può oscurare la forza prorompente di una mobilitazione senza precedenti». Il riferimento è all’assalto tentato, a margine della manifestazione romana, alla sede del movimento «Pro Vita e Famiglia», su cui Meloni ha incalzato Conte e Schlein chiedendo una loro condanna dell’episodio. Ma, allora, prosegue il leader M5s, «visto che ha ritrovato le parole, Meloni rompa il silenzio anche sul suo ministro Crosetto, sulla fermata del treno ad personam di Lollobrigida e sulla vicenda di Gasparri (l’inchiesta di Report e gli interessi del capogruppo di Forza Italia nel settore della cybersicurezza, ndr)». Per l’ex premier «sta tornando una stagione di arroganza e privilegi della politica – sottolinea – che con il M5s al governo eravamo riusciti a tenere a bada. Questo è un messaggio devastante».
Conte parla da Napoli, dove ha consegnato agli attivisti 5 stelle un richiamo dello stesso tenore: «Dovremo essere sempre più ruvidi nei confronti di un certo sistema». In Comune ha partecipato proprio a un evento contro la violenza sulle donne e poi ha incontrato il sindaco, Gaetano Manfredi, che con i fondi del Pnrr ha finanziato la riqualificazione di sei beni confiscati alla camorra, dai quali nasceranno quattro case rifugio per donne vittime di violenza e i loro figli, un centro culturale e di aggregazione e un orto urbano solidale, dove le mamme e i loro figli potranno trascorrere il loro tempo libero. A proposito di giovani, per riuscire a sensibilizzarli sul tema della violenza di genere «dobbiamo coinvolgere anche gli influencer nei progetti educativi, altrimenti non riusciamo a raggiungere i ragazzi». Il presidente 5 stelle fa l’esempio di suo figlio, che «ha 16 anni e anche la figlia della mia compagna ha 16 anni: sono a contatto con gli adolescenti, ma è davvero difficile poter intercettare i loro modelli culturali, che non passano dal dialogo con i genitori, ma neanche con la lezione del docente». Insomma, bisogna «lavorare a 360 gradi a tutti i livelli», avverte Conte, anche sulla dipendenza economica delle donne: «Se in Italia il 22% è in condizioni di dipendenza e in Germania è il 6%, non possiamo prescindere da questo – spiega -. È la ragione per cui siamo favorevoli al reddito di libertà istituito nel Conte 2, che vorremmo portare in questa finanziaria a 1200 euro». Quindi, l’affondo sulla manovra: «I cittadini hanno bisogno di un governo adeguato e competente – attacca – che non si preoccupi solo di coccolare le banche, a cui sono stati graziati due miliardi e in compenso ora sono a carico dei cittadini».
Inevitabile, trovandosi in Campania, una domanda sul presidente Vincenzo De Luca, vera spina nel fianco per la segretaria del Pd Schlein e possibile ostacolo verso un’alleanza con il Movimento a livello regionale. Ma Conte non cade nel tranello: «A me interessano i progetti. Addirittura, quando ragioniamo di coalizioni sui territori delle amministrative, io non parlo mai delle candidature, sempre di temi e progetti. Si figuri se mi viene voglia di commentare singole figure». Solita postura rispetto alla faticosa costruzione di un’alternativa progressista alla destra, smentendo di volersi smarcare, come pure è sembrato durante la sua partecipazione al congresso di Sinistra italiana a Perugia. «Non mi tengo un passo di lato al campo largo, mi tengo con tutti e due i piedi nel centro del campo giusto». Una risposta che conferma la sua “ambizione da leader”. —