NUOVE POLEMICHE DOPO CHE ENI SI È ESPRESSA SULLO SPOSTAMENTO DELLA NAVE DA PIOMBINO

giovanni vaccaro
vado ligure
«Il trasferimento del rigassificatore da Piombino a Savona-Vado comporterà un aumento dei costi del gas. A dirlo non sono un’associazione ambientalista o un comitato, ma direttamente l’Eni». Nel Savonese si è sollevato un nuovo polverone sul progetto di installazione dell’impianto portato a bordo della nave Golar Tundra, oggi in servizio nel porto toscano, ma con la prua puntata verso il Savonese, dove è prevista nel 2026.
A segnalare una potenziale situazione che il governo dovrà gestire è stato il vice presidente senior di Eni, Giuseppe Viscardi, che ha reso un parere in sede di audizione davanti all’Autorità per l’energia (Arera). Eni, peraltro non aveva depositato osservazioni al progetto di Snam Fsru, ma ha posto un problema in chiave futura. «Sarebbe necessario evitare la relocation del terminale oppure trovare soluzioni regolatorie che neutralizzino gli effetti sulla tariffa di rigassificazione», ha detto Viscardi. In parole povere, il rischio è che i maggiori costi che Snam dovrà sostenere per trasferire e adattare l’impianto nella rada di Savona-Vado andranno a ricadere sulle tariffe di erogazione del gas, quindi sui rifornimenti e, alla fine, sulle bollette dell’utenza. Eni peraltro è la società che ha da poco stipulato contratti di fornitura di gas con il Qatar fino al 2053: fissato il prezzo di acquisto dal fornitore, si troverebbe il problema di un maggiore costo di distribuzione. Ovviamente la notizia è rimbalzata nel Savonese. In sede istituzionale è il consigliere regionale Arboscello a puntare il dito controToti: «Ormai non ha più giustificazioni a cui appellarsi e rimane l’unico a volere un trasferimento che, stando alle parole di Viscardi, aumenterebbe anche i costi del gas». Dal canto suo, Snam ha precisato che la posizione di Eni è legittima e che il problema delle tariffe andrà affrontato. Secondo l’azienda, il prezzo finale all’utenza potrebbe cambiare di pochi centesimi. Ma il nodo che più preoccupa e che potrebbe incidere in modo più pesante sui prezzi è un altro: dato che l’autorizzazione per il sito di Piombino ha una validità di soli tre anni, se nel 2026 il rigassificatore smettesse di funzionare, si riproporrebbero le condizioni di difficoltà di approvvigionamento che avevano fatto volare i prezzi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Peraltro il trasferimento della nave è di fatto un obbligo a cui Snam si deve adeguare e il sito alternativo individuato è proprio la rada di Savona-Vado. Anche sul fronte dei comitati nel mirino è finito il commissario Giovanni Toti. «Eni ha sbugiardato lo stesso Toti, bocciando il progetto di spostare l’impianto da Piombino a Savona perché comporterebbe l’aumento delle tariffe di rigassificazione, che porterebbe a maggiori costi in bolletta o a ricadute sulla fiscalità generale e dunque sempre sui cittadini. Toti fin dall’inizio aveva dichiarato che il rigassificatore a Savona è indispensabile per tenere sotto controllo il prezzo del gas ma i fatti lo smentiscono».
I consiglieri comunali di Azione, Massimiliano Carpano e Adele Taramasso, osservano: «E’ evidente che lo spostamento a Vado, alla fine lopagheremo con le tasse, altro che risparmi sul gas».
Toti ribatte: «Se il governo cambierà idea sui rigassificatori in Italia, la Regione si adeguerà. Il rigassificatore non è una fissazione di Toti, anche se, come cittadino, vorrei un Paese in sicurezza energetica. Io agisco come commissario di governo e attuo un piano energetico votato dal governo Draghi e anche dagli amici del PD e del M5S. Ora lo stiamo applicando, ma, se cambia, ne prenderemo atto e come Garibaldi dirò “obbedisco”». C’è poi un altro aspetto del progetto che infiamma Arboscello: «Siamo di fronte a una vicenda che sta toccando i limiti del grottesco: non solo il trasferimento di Golar Tundra non porterebbe alcun beneficio in termini di produzione di gas e costi dell’energia, come invece sostiene Toti, ma, durante l’incontro con l’Area marina, si sarebbe proposto di spostare, se necessario, i coralli per poi riposizionarli. A loro dire per tutelarli, a nostro parere una soluzione al limite del ridicolo che rischierebbe di distruggere l’ecosistema marino di Bergeggi». —