L’IMPIANTO OFFSHORE A VADO. «ACCOLTE LE RICHIESTE DEL TERRITORIO»
silvia campese
savona
«Abbiamo accolto le richieste del territorio introducendo cinque modifiche importanti al tracciato del rigassificatore. Quattro riguardano il percorso a terra; la quinta riguarda il tratto a mare del campo boe di Sarpom. Determinando, così, un allontanamento dall’Area marina protetta. Un impegno importante per andare incontro alle richieste presentate dagli enti e dai vari soggetti coinvolti».
Gabriele Lanza, ingegnere Snam del progetto per la collocazione del rigassificatore a circa tre chilometri dalla costa savonese, ha presentato le modifiche al tracciato.
Il primo intervento riguarda la condotta sottomarina: verrà traslata verso levante di circa 800 metri rispetto al percorso originario, come richiesto da una richiesta delle autorità marittime lasciando fissi il punto di ormeggio, (che rimane in Area Charlie) e l’approdo a terra. Una richiesta che asseconda i vincoli imposti dalle Autorità marittime.
«Abbiamo attuato una modifica anche per quel che riguarda il tracciato offshore, ovvero quello in mare – spiega Gabriele lanza-. È stato traslato verso est a monte dell’area boe di Sarpom, su indicazione della Capitaneria di Porto: il punto di arrivo sulla costa non è sostanzialmente cambiato. Abbiamo anche rivisitato il tracciato, allontanando il passaggio delle condotte, rispetto a un fabbricato sull’area di Tirreno Power, che non verrà più demolito: in questo modo saranno evitate le possibili interferenze. Per quel che riguarda il tracciato sul territorio del Comune di Quiliano, abbiamo traslato il punto di uscita a terra del macrotunnel evitando che interferisse con un vigneto pregiato della zona».
Altri interventi, poi, sul territorio di Cairo Montenotte, come richiesto dal Comune, dalla Regione e dalla Provincia: si eviterà la zona di Rocchetta di Cairo dove era già prevista un’attività di sviluppo industriale da parte di altri soggetti. Infine, rassicurazioni da Snam per la tutela dell’Area marina protetta. Se necessario, si ricorrerà a delicate tecniche, già sperimentate, di prelievo delle formazioni di coralli, per poi riposizionarle preservandone l’integrità. «Saranno attuati piani di monitoraggio ambientale su tutti questi habitat di pregio, durante ogni fase del progetto- ha precisato Lanza-. Il tutto con il supporto dei consulenti scientifici incaricati basandosi anche sui dati raccolti in circa 10 anni di attività, nonché su quanto fatto negli scorsi mesi a Piombino, dove la Golar Tundra è attualmente ormeggiata». —

