VADO LIGURE. L’ACCUSA È DI TURBATIVA D’ASTA
il caso
Turbativa d’asta: è questa l’accusa nei confronti di Alessandro Veronese, capo dell’ufficio tecnico del Comune di Vado. Secondo l’accusa, Veronese, nell’ambito di una gara per la gestione del servizio raccolta rifiuti ospitata su un terreno di proprietà del Comune di Vado, avrebbe favorito la Rebirth, l’impresa controllata da Pietro Fotia. Anche l’imprenditore di Afro, Fotia, è iscritto nel registro degli indagati: attualmente è in carcere a seguito di una maxi operazione dell’Antimafia, poiché ritenuto il luogotenente del boss Rocco Morabito.
È di questi giorni l’avviso di conclusione delle indagini per la turbativa d’asta: entro la fine dell’anno il pubblico ministero, Luca Traversa, deciderà se rinviare a giudizio Veronese e Fotia oppure se archiviare il procedimento.
La vicenda è complessa e risale al maggio del 2021. La Rebirth operava già, dal 2019, a Vado nell’ambito della gestione dei rifiuti. Lo faceva operando su un terreno di proprietà del Comune di Vado, vicino a San Genesio. Proprio in quel periodo, la Rebirth aveva ricevuto un’interdittiva antimafia. Qui il primo momento cruciale, secondo le indagini: il Comune di Vado, invece di sollecitare la Rebirth a lasciare il sito, a fronte dell’interdittiva, ha lasciato trascorrere due anni di tempo. Nel frattempo, la società di Fotia adempie a una serie di oneri che le permettono di rientrare nella white list (che garantisce la trasparenza della società rispetto alle normative dell’antimafia). Così, quando nel maggio del 2021 viene emanata una nuova gara, la Rebirth ha le carte in regola per presentare un’offerta. Non solo partecipa, ma vince la gara, essendo l’unica impresa a partecipare. Qui si verifica un secondo episodio, contestato dal pm Traversa: Fotia assiste all’apertura delle buste ,in Comune, ma la sua presenza non viene messa a verbale. Intanto, le intercettazioni telefoniche evidenziano rapporti amichevoli tra l’imprenditore di Afro e il funzionario del Comune di Vado. Tutti aspetti sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Savona. L’affido verrà revocato solo in una fase successiva, con il sopraggiungere della Squadra mobile, intervenuta in loco per approfondimenti sullo svolgimento della gara. Una revoca, da parte del Comune di Vado, giudicata dalla Procura tardiva. —
s.c.

