INCENTIVI PER DIFFONDERE L’AUTOCONSUMO DI ENERGIA FOTOVOLTAICA, EOLICA E DA BIOMASSE

PAOLO BARONI
ROMA
Con l’«ok» di Bruxelles al decreto del ministero dell’Ambiente che istituisce le Comunità energetiche (Cer) si sbloccano 5,7 miliardi di fondi a favore delle energie rinnovabili, compresi i 2,2 miliardi di investimenti previsti dal Pnrr. «Siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energia», ha commentato soddisfatto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, secondo cui il modello italiano farà da apripista per avviare esperienze analoghe in Europa.
I nuovi incentivi serviranno a diffondere forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili attraverso la creazione di nuove comunità energetiche che installano o sviluppano nuovi impianti di produzione (fotovoltaico, eolico, idroelettrico o biomasse). Ad essere interessati saranno sia semplici cittadini che attività commerciali, piccole e medie imprese e pubbliche amministrazioni locali che associandosi potranno produrre e consumare energia su scala locale.
Il piano di aiuti del governo prevede due misure: uno stanziamento di 3,5 miliardi di euro, finanziato col prelievo sulle bollette elettriche di tutti gli utenti, per garantire alle varie comunità 20 anni di tariffe elettriche scontate; e contributi a fondo perduto, che possono arrivare sino al 40%, per la realizzazione degli impianti (o il potenziamento di quelli già esistenti) in comuni con meno di 5 mila abitanti e capacità complessiva sino a 2 gigawatt. In questo caso si parla di 2,2 miliardi finanziati dal Piano di ripresa e resilienza.
Secondo le simulazioni del Mase in Italia si potrebbero creare in questo modo 15-20 mila comunità energetiche a livello di comuni e questo porterebbe una bolletta dimezzata per quasi 2 milioni di famiglie. Oltre a questo aumenterà l’indipendenza energetica del Paese e si otterrà una riduzione delle emissioni.
Chi sceglierà di associarsi e dar vita ad un Cer dovrà innanzitutto individuare un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili ed altri utenti connessi alla stessa cabina primaria. Inoltre sarà necessario un atto costitutivo del sodalizio che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. A gestire il tutto il progetto sarà il Gse, che potrà verificare preliminarmente l’ammissibilità dei soggetti interessati al fine di garantire la possibilità concreta di accedere ai benefici della misura.
«Ora le Comunità energetiche rinnovabili potranno diventare una realtà diffusa nel Paese – ha commentato Pichetto – sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Grazie alle Comunità energetiche, infatti, ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo». —