luisa barberis
savona
Due punti nascita, oltre a quello del San Paolo sarà riaperto quello del Santa Corona, la Chirurgia della mano resterà a Savona come riferimento regionale. Ma ci sono anche nuove sfide come la creazione di dipartimenti interaziendali che uniscano l’Asl savonese con quella imperiese per l’attività materno-infantile e per quella oncologica, oltre alla possibilità di creare un Dipartimento delle professioni infermieristiche. C’è tutto questo nel futuro della sanità savonese. Alcuni progetti sono nel nuovo piano sociosanitario della Regione, altri nel Piano organizzativo dell’Asl. Entrambi dovrebbero vedere la luce entro fine mese, ma ieri sono stati al centro del convegno organizzato dalla Cisl-Funzione pubblica sui percorsi di valorizzazione dei professionisti della salute.
A dettare il programma l’assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola: «Il piano sociosanitario validato, è all’attenzione alla Seconda Commissione in Regione, dovrebbe andare in votazione in consiglio il 21 novembre». Siccome poggia le basi sul decreto ministeriale 70 del 2022, la Regione ha dovuto chiedere alcune deroghe al Ministero. C’è un ok di massima, ma non ancora un via libera ufficiale. Gratarola ieri ha anticipato alcuni contenuti, a partire dai due Punti nascita. Oltretutto proprio oggi ricorrono i tre anni dallo stop della Maternità del Santa Corona. «Abbiamo dovuto lottare per ottenere due Punti nascita nel Savonese a fronte di nove totali in Liguria – ha chiarito – Non si può avere una maternità a ogni semaforo, ma nemmeno una vasta area scoperta. A Savona il servizio andrà avanti, a Pietra riaprirà non appena saranno stati risolti i problemi provocati dall’incendio e adeguati i locali. Anche la Chirurgia della Mano resta a Savona: abbiamo chiesto la deroga perché teoricamente non potrebbe stare in un Dea di primo livello, ma nessuno aveva intenzione di spostarla. Anche il Ppi di Albenga resterà: ora è aperto 12 ore, abbiamo chiesto di estendere l’orario a 24, almeno in estate, per via dei flussi turistici».
Gratarola ha inoltre delineato l’orizzonte per gli ospedali: «Savona ha più servizi di quelli che spetterebbero a un Dea di primo livello, funzionano bene e andranno avanti. Cairo diventerà un ospedale di comunità, ha già una Riabilitazione all’avanguardia, stiamo ragionando di portare qui l’attività chirurgica a bassa complessità. A Pietra avanza il cantiere per cancellare i danni dell’incendio, è stata creata una collaborazione con l’Università per avere più anestesisti. Inoltre c’è un ottimo centro per i disturbi dei comportamenti alimentari: vorrei diventasse un punto di riferimento regionale». Altre novità potrebbero arrivare dal Piano organizzativo aziendale (Poa) che è al vaglio dell’Asl. Documento atteso da almeno 3 anni, va a riorganizzare l’attività dei reparti, aggiornando anche gli incarichi di responsabilità del personale. «L’obiettivo è adottarlo a gennaio – ha spiegato il commissario Asl Michele Orlando – Stiamo ragionando sulla creazione di dipartimenti aziendali per l’attività materno-infantile e l’oncologia, per adottare le stesse linee guida e procedure nell’Asl savonese e nell’Imperiese, ma anche di dare vita a una struttura complessa di Senologia per Asl 1 e Asl 2. Tra i propositi c’è trasformare da strutture semplici a complesse di Pneumologia e Neuropsichiatria infantile». —