POLEMICA SULLA SEGNALATICA STRADALE

Nei circa 19 chilometri di Sp 29 da Altare a Savona, oltre a tre autovelox, ci sono ben 12 cambi di limite, compresi, appunto, i tratti a velocità massima diversa tra moto e altri veicoli.
Una situazione paradossale, che, però, non si capisce bene se la Provincia intenda davvero affrontare. Mercoledì la consigliera provinciale con delega alla Viabilità, Sara Brizzo, ha, infatti, dichiarato che «non è Palazzo Nervi che può decidere quali limiti fissare. Di certo le regole sono state decise dopo un’attenta valutazione, tempo fa». La stessa consigliera, però, a luglio aveva dichiarato: «Abbiamo aperto un confronto con le Forze dell’ordine per verificare la possibilità di razionalizzare, ove possibile, lo scenario dei troppi limiti diversi lungo quella strada». Parrebbe una contraddizione. Ribadita, mesi dopo, dallo stesso presidente Pierangelo Olivieri che ad inizio ottobre annunciava «Abbiamo dato incarico agli uffici una verifica sulla revisione dei limiti, possibilmente indicandone uno unico idoneo, e sottoporremo tale studio alla Prefettura».
La valutazione citata dalla Brizzo sicuramente era stata alla base anche dell’installazione originaria dei limiti e dei due autovelox lungo la Sp 42 a Cosseria, poi completamente rivoluzionata perché non idonea. Ma un’eventuale modifica non è di competenza solo della Provincia. Infatti a monte c’è uno studio effettuato dalla Polizia Stradale, avvalorato dal Comitato per la sicurezza, ed una eventuale azione per mettere mano all’attuale situazione, oltre ad essere complessa, «necessitando di simulazioni, analisi del percorso, indici di incidentalità»dovrebbe ripartire da quello studio coinvolgendo tutti i soggetti che ne hanno titolo. Insomma, l’ipotesi di limite unico (l’ipotesi era di 70/80 km/h) rimarrà probabilmente una chimera. —
M. CA.