LA POLEMICA SUL RIGASSIFICATORE

giovanni vaccaro
vado ligure
«Un progetto alternativo al rigassificatore, utilizzando finanziamenti già disponibili e aree industriali dismesse. Puntando inoltre verso il futuro delle energie pulite». Sancita la posizione contraria al progetto di portare nella rada di Savona-Vado l’impianto di rigassificazione ospitato a bordo della nave Golar Tundra, oggi in funzione nel porto di Piombino, il segretario provinciale della Cgil, Andrea Pasa, lancia idee e proposte alternative, chiedendo alle organizzazioni industriali savonesi, alla politica e Snam di valutare percorsi diversi. Un esempio? La stessa Snam sta collaborando con Hera, colosso multiservizi emiliano, per la costruzione di un polo dell’idrogeno a Modena. “IdrogeMo” è un progetto che conta sulla base di un finanziamento da 19,5 milioni di euro, erogato dalla Regione Emilia Romagna grazie ai fondi europei del Pnrr, e mira a realizzare un impianto per produrre fino a 400 tonnellate di idrogeno all’anno, utilizzando acqua ed energie rinnovabili. Non solo: a Modena si parla già di dare vita alla “Hydrogen Valley”, un clone all’idrogeno della Silicon Valley dell’alta tecnologia californiana. L’impianto sarà costruito su un’area industriale dismessa. La scelta è caduta sul sito della discarica esaurita di via Caruso, dove verrà installata una centrale fotovoltaica da 6 Mw di potenza per alimentare l’elettrolizzatore, ossia l’impianto che produrrà idrogeno dall’acqua grazie all’elettrolisi. «E’ solo un esempio – commenta Pasa -, ma si pensi a quante analogie ci sono con il Savonese: là costruiscono impianti del futuro senza consumo di suolo, utilizzando aree dismesse come una discarica chiusa e spendendo in modo intelligente i fondi del Pnrr. Qui discutiamo del rigassificatore. Allora mi rivolgo alla politica: dobbiamo capire che in provincia di Savona c’è bisogno di potenziare l’industria, non di ridurla come avverrà con il rigassificatore. Serve un’industria innovativa e soprattutto che non sia in contrasto con l’ambiente e la salute delle persone. Per questo è necessario risolvere le crisi industriali aperte e mettere in sicurezza le aziende che già ci sono, percorrendo, per alcune realtà, la strada della riambientalizzazione il più velocemente possibile». Da tempo la Cgil chiede progetti sulle energie rinnovabili. Una richiesta che è stata rivolta anche a Snam nel corso degli incontri fra l’azienda, la struttura commissariale e i sindacati. «Snam dovrebbe valutare un forte investimento sulle rinnovabili – aggiunge Pasa -, confrontarsi con l’Università, che a Savona ha un polo all’avanguardia e potrebbe essere molto interessata. Inoltre ci sono le risorse dell’Area di crisi complessa». —